Barocco Festival: tanti applausi nel concerto finale con Dickey e Tamminga


LECCE. Pronostico rispettato per il concerto finale del Barocco Festival “Leonardo Leo”. Tanto pubblico e tanti applausi a conferma del gradimento dell’esibizione incantevole del cornettista americano Bruce Dickey insieme all’organista fiammingo Liuwe Tamminga. Non poteva essere diversamente considerato che il direttore artistico del Festival, il maestro Cosimo Prontera, per chiudere nel migliore dei modi questa XIV edizione ha scelto proprio Dickey, ritenuto il più bravo cornettista al mondo e Tamminga che i critici ritengono tra i massimi esperti del repertorio organistico italiano del Cinquecento e del Seicento.

Tamminga ha fatto vibrare nell’aria le melodiose note liberate dall’organo Ferdinando De Simone ritornato operativo a febbraio dopo un’importante opera di restauro. Costruito nel 1793 l’organo, che sarebbe costato ai suoi tempi 210 ducati, fu voluto da Luca Antonio Resta (1548-1569), all’epoca arciprete di Mesagne. Lo splendido organo sarebbe stato commissionato dal Capitolo a tale Tommaso Mauro di Muro Leccese. Nel 1793 l’organo, che si trova sul lato destro della navata su un pulpito sospeso, fu modificato da Ferdinando De Simone. Il restauro è stato compiuto con i fondi della Regione Puglia e dell’8 per mille della Conferenza Episcopale Italiana sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Puglia.

Per quanto riguarda Bruce Dickey occorre aggiungere che, nel corso della sua lunga carriera di performer e artista, ha lavorato con la maggior parte delle figure di spicco nel campo della musica antica, tra i pionieri della leggendaria performance Gustav Leonhardt, Frans Brüggen e Nikolaus Harnoncourt. Ha fatto parte per oltre dieci anni del XX Hesperion Jordi Savall, e ha spesso e ripetutamente collaborato con Ton Koopman, Monica Huggett, Philippe Herreweghe e molti altri. Di particolare importanza è stata la sua lunga amicizia e collaborazione con Andrew Parrott e in anni più recenti con Konrad Junghänel.

In riferimento, invece, all’attività di Liuwe Tamminga va evidenziato che ha curato diverse edizioni di musica organistica, tra cui i ricercari della Musica Nova (1540), opere per tastiera di Giovanni de Macque e Pierluigi di Palestrina (per Andromeda Editrice), i ricercari di Jacques Buus (per l’editore Forni) e musiche per due organi di maestri italiani intorno 1600 (per l’editore Doblinger di Vienna).

La sua intensa attività concertistica l’ha portato in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone.

Con questi due assi nella manica il direttore artistico del Festival ha avuto gioco facile nel garantire un finale con il botto per questa rassegna di musica antica che ha fatto parlare, anche per il successo riscosso in tutte le altre serate, in modo particolarmente positivo anche la stampa internazionale di settore con riscontri che danno lustro non solo all’iniziativa ma soprattutto alla territorio della provincia di Brindisi.