Barletta: “Ed ecco signori come parla la verità”, la regia di Michele Placido per raccontare Pirandello

di Nicola Ricchitelli. Un autore geniale, Luigi Pirandello; un regista prestigioso, Michele Placido. E interpreti che hanno scritto importanti pagine della storia del teatro italiano quali Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio.

Definita da Pirandello “parabola in tre atti”, in Così è (se vi pare) l’argomento è la verità, invano cercata concitatamente da tutti i personaggi dall’inizio alla fine, invano affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco, sì da condurre naturalmente lo spettatore a considerarne la relatività.

È, in sostanza, una satira filosofica, sapientemente concepita, svolta in modo leggero e divertito, che evidenzia il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. C’è in questa impostazione una evidente intenzione umoristica che è ben riuscita e raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza; ma c’è anche la volontà di sostenere che a qualunque livello la verità, qualunque verità, risulta contraddittoria ed inconoscibile. E quanto più evidente è la differenza tra il salottiero rovello per conoscere i fatti privati degli altri e la ricerca della verità come assillo insito in ogni uomo, tanto più, per contrasto, risulta efficace la tesi che Pirandello vuol dimostrare, affidata alla consapevolezza ironica di Lamberto Laudisi, che emerge dalla corale insipienza e alla rivelazione finale della Signora Ponza, di grande effetto scenico, ideologico ed umano.

Singolare è il comportamento del signor Ponza, di sua moglie e della suocera, signora Frola, tale da scatenare la morbosa curiosità del gretto ambiente di provincia nel quale sono andati a vivere da poco tempo. Si indovina un dramma della follia che ella riusciva a tenere nascosto ad occhi indiscreti, recitando pietosamente la duplice parte per i due suoi cari. Nessuno potrà mai sapere chi dei due è pazzo. La sua esistenza è votata ad un grande sacrificio; lei, per se stessa, è nessuna ed esiste nella maniera in cui è creduta dal marito e dalla signora Frola; nella maniera in cui ciascuno vorrà crederla. La signora Ponza, con questa sua finale apparizione, così sapientemente preparata, così a lungo alimentata dalla curiosità comune, riesce ad apparire come simbolo della verità che ognuno può credere a modo suo ed essere, nello stesso tempo, il più umano dei personaggi in cui si riflette la pietà di Pirandello per la follia e la solitudine.

In quest’opera Pirandello fa convergere l’attenzione degli spettatori non sullo svolgimento di un fatto, ma sul fluttuare e rimutarsi e smarrirsi del giudizio degli uomini attorno a questo fatto. Il signor Ponza è Pino Micol, Giuliana Lojodice la signora Frola e Luciano Virgilio è Lamberto Laudisi.