Forbice tra ricchi e poveri sempre più ampia anche in Puglia. “Lotta all’evasione e lavoro stabile la ricetta per riequilibrare i redditi”
BARI. “La forbice tra ricchi e poveri continua inesorabilmente ad allargarsi: le 10 persone più ricche del Paese hanno un patrimonio equivalente a quello dei tre milioni di italiani più poveri. Urgono misure volte a riequilibrare il reddito, che combattano con decisione l’evasione fiscale e rilancino i consumi. Discorso che assume un valore ancor più importante al Sud ed in Puglia, regione nella quale l’incidenza della povertà relativa è ben al di sopra della media nazionale, anch’essa del resto in rialzo, con il 21% circa di famiglie al di sotto della soglia di povertà, il che equivale al quinto posto fra le regioni più povere della penisola”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, commenta così i dati forniti da Bankitalia. Dati che fanno emergere, inoltre, un’inversione di tendenza nella distribuzione della ricchezza tra le classi di età. “E’ in atto una dicotomia economico-generazionale, in cui gli anziani sono più ricchi dei giovani, i quali non riescono ad accumulare ricchezza, poiché la stessa è costituita sempre più da patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito”.
A livello regionale la situazione non è certo migliore della media nazionale, “in quanto da diversi anni in Puglia l’unica cosa che sembra crescere davvero è la disuguaglianza economica e sociale. Un fenomeno, questo, diffusamente percepito e tanto più allarmante in quanto si intreccia con tassi di crescita decisamente modesti. Nella nostra regione la povertà presenta i contorni di un fenomeno le cui dimensioni, per quanto diffuse, non sono né residuali né statiche: basti pensare che le famiglie pugliesi sono tra le più indebitate d’Italia con un valore in percentuale quasi del 40 % con un debito circa di 15.000 euro a famiglia”.
“Per sottrarre i tanti cittadini di Puglia all’incubo della povertà in cui vivono – chiosa Pugliese - o per impedire che tanti altri ne siano risucchiati, sono necessarie politiche capaci di produrre nuove opportunità di lavoro. Solo attraverso un mercato occupazionale saldo, infatti, il reddito può essere ridistribuito tra la popolazione in maniera equa, stimolando, conseguentemente, i consumi e la crescita economica. La povertà si può contenere curandone i sintomi, ma si può vincere soltanto intervenendo sulle cause che la producono”.
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