Tarquinio: Introna invoglia Vendola alla fuga. Grave scorrettezza istituzionale

BARI. “Qualche giorno fa stigmatizzai lo sfratto a mezzo stampa notificato al Consiglio regionale dal Governatore in carica, auto-designatosi ad ancor più aurei destini, e rispettosamente chiesi al Presidente di tale consesso se avesse qualche parola da dire a tutela del mandato quinquennale ad esso affidato dal Popolo pugliese. Tutto potevo immaginare tranne che l’amico Introna apponesse anche il suo sigillo a tale sfratto, prestandosi ad un infantile gioco delle parti nel quale Vendola farebbe finta di fare il ritroso, affidando ad un giornale amico il compito di rassicurare i tacchini sull’esito del Natale, e chi dovrebbe chiedergli, se non di restare alla guida della Regione fino alla sua scadenza naturale, quanto meno di informare anche il Consiglio delle sue intenzioni di fuga, invece si sbraccia per chiedergli, sempre a mezzo-stampa, l’immane sacrificio di prendere su di sé le sorti dell’Italia intera, alias di scaricare la Regione alla prima occasione utile. A parte il terrore che non può non incutere in qualsiasi pugliese l’idea che la fallimentare esperienza vendoliana si allarghi all’intera Italia, compensata soltanto dalla logica sadica del “mal comune, mezzo gaudio”, non possiamo non domandarci se il Presidente di un Consiglio regionale peraltro governabilissimo possa permettersi di associarsi alla sua prematura giubilazione. Chi scrive, Consigliere dal lontano 1990, non ha nulla da perdere dalla caduta di questo Consiglio, anche per questo ha il dovere di segnalare l’intollerabile scorrettezza istituzionale di tali annunci e/o perorazioni sulla pelle ed all’insaputa del Consiglio stesso. E pretendere un immediato, imprescindibile dibattito in aula sull’argomento”. A riferirlo in una nota il Consigliere regionale PdL Lucio Tarquinio.

Introna: Tarquinio ha letto il titolo. E il testo? - Dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna. “Sono sorpreso dalla reazione del collega Lucio Tarquinio alla mia riflessione sul manifesto del partito socialista europeo pubblicata quest’oggi da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, anche perché ritengo che non l’abbia letta con attenzione, distratto probabilmente da un titolo che tradisce il contenuto, come talvolta succede. Ma un politico di lunga militanza come Tarquinio, dall’alto della sua lunga esperienza, sa bene che i titoli non sono redatti dagli estensori del testo. Ritengo che il mio intervento sul quotidiano abbia un significato diverso da un presunto viatico ad una nuova e più prestigiosa carriera nazionale dell’attuale presidente della Regione. Ciò non toglie che sono pronto a dibattere con Tarquinio e con chiunque, in Aula, su qualunque argomento. Tuttavia, mi sembra di poter osservare che Vendola non abbia necessità di alcun invito a “scaricare la Regione alla prima occasione utile”, come il Collega paventa, avendo il presidente stesso chiarito che la sua intenzione di candidarsi non avrebbe alcuna conseguenza sulla regolare durata quinquennale della legislatura. E comunque l’aver letto il mio invito a Nichi Vendola ad assumere la responsabilità della rotta del Socialismo continentale come un appello, invece - che non ho mai lanciato - a designarsi alla direzione del Paese, ha tutta l’aria di un refuso politico. Uno tsunami in un bicchiere”.