Brindisi: Vendola, giunta straordinaria per famiglie colpite


BRINDISI. "Una Giunta straordinaria per approvare una delibera con cui intendiamo sostenere economicamente le famiglie colpite, in un momento in cui c’è bisogno di tutto”. Questo l'annuncio del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola Nichi Vendola nel suo intervento conclusivo in Aula. Pur riconoscendo il valore e la necessità di "trovare parole adeguate davanti a quanto accaduto", Vendola ha richiamato le istituzioni e la politica al loro dovere: “Dobbiamo far finta che siano valide tutte le ipotesi e dobbiamo ragionare sospinti dalla ricerca di quali possano essere i nostri compiti pubblici, non solo dal punto di vista delle parole, ma anche dal punto di vista dei gesti concreti”.
L'analisi del Governatore è partita dal riferimento alla recrudescenza di fatti che "rievocano l’epopea mafiosa", dal Gargano al Salento. "Oggi non è più possibile immaginare che la politica debba occuparsi d’altro, perché questi sono fatti che interessano la polizia, i carabinieri, i finanzieri, i magistrati; no, sono fatti che interessano tutti noi. L’attenzione che bisogna avere anche nei confronti della più minuta criminalità, è un’attenzione importante”. Non manca il riferimento alle parole del boss della Sacra Corona Unita, Tonino Screti, nell’intervista al quotidiano La Repubblica: "Trovo intollerabile - ha ribadito Vendola - il tentativo di derubricare la criminalità mafiosa a una criminalità più accettabile. E siamo stati orgogliosi di finanziare le cooperative di Libera Terra che oggi lì, nei terreni che furono di Don Tonino Screti producono prodotti che profumano di legalità e di vita, che non puzzano di sangue e di morte. È stata una contesa, un corpo a corpo. La classe politica pugliese nella sua interezza, le istituzioni dello Stato tutte insieme siamo dalla parte dei cittadini che capiscono che questo sangue chiede a noi non un rito, non una celebrazione, ma un impegno".
Un impegno che la Puglia ha concretizzato usando una parte della spesa comunitaria con una linea intestata al riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, con il progetto Libera il Bene. “Per noi era allora molto importante ristrutturare, riqualificare e dare le risorse perché da ciascuno di quei luoghi che furono luoghi di mafia, possa partire l’antimafia percepita come un’alternativa di organizzazione sociale, di modello economico”.
In conclusione Vendola è tornato a insistere sull'importanza del ruolo della classe dirigente: “Ci misureranno sulla capacità di trasformare il dolore in un’occasione per elevare il tono generale della discussione pubblica. Il nostro impegno è accendere i riflettori per dire tutto il male e insieme tutto il bene dei nostri territori. Chi dice solo il bene e non dice il male non vuol bene al proprio territorio. Dobbiamo chiamare per nome e cognome tutti i nemici della libertà, della convivenza, dell’educazione, dei nostri figli, della scuola e dobbiamo essere in grado di difendere la terra di Puglia che è la regione interessata da fenomeni di effervescenza, che è attraversata dal brivido della morte, ma che reagisce.
Questa è una terra che fa la differenza. Le mafie tradizionali non sono riuscite a svilupparsi e a diventare una mafia regionale, non sono diventate gli inquilini stabili della politica, del sistema di impresa, del circuito degli appalti. Abbiamo storie di scalfitture, ma abbiamo classi dirigenti sostanzialmente immuni. Questo significa che oggi abbiamo una responsabilità ancora più grande".

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