La notizia di un accordo tra Mario Cito, a capo di una coalizione di sei liste tra civiche e partiti di destra, e il Popolo delle Libertà era nell'aria ma è saltato tutto negli ultimi giorni. «Nessun appoggio esterno ma libertà di voto ai nostri elettori» fanno sapere i dirigenti provinciali del partito di Berlusconi. Sulla scelta ha pesato, forse, il rischio di una nuova debacle politica considerato il risicato 7,11% ottenuto al primo turno dal candidato Filippo Condemi. Troppo grande, infatti, il margine da recuperare nei confronti dell'avversario Ezio Stefàno che ha sfiorato quasi il 50% dei consensi. Sul fronte opposto, il sindaco uscente aveva già annunciato la sua volontà di non far apparentamenti nel rispetto degli elettori e della sua vasta coalizione. Con la vittoria del pediatra tarantino – data da tutti per scontata – la maggioranza del consiglio comunale sarà estremamente frammentata: il partito con maggiore rappresentanza sarà, però, il Partito Democratico con uomini quasi tutti riconducibili all'area vicino all'assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo.
Secondo molti, l'eterogeneità dei partiti di maggioranza (da Sel all'Udc passando per l'IdV e l'Api) potrebbe essere nuovamente una spina nel fianco di Stefàno che, nella passata esperienza amministrativa, ha cambiato più volte i suoi assessori alterando pericolosamente il profilo della sua maggioranza, ai limiti dell'ingovernabilità. Anche per gli altri otto competitor, nessuna indicazione di voto. «La nostra è una coalizione per la legalità, la salute, il lavoro e la buona amministrazione ed è incompatibile con Cito. Abbiamo più volte ribadito che al prossimo ballottaggio non ci apparenteremo con nessuno» ha già fatto sapere il leader della lista ambientalista Angelo Bonelli.
