Cdm: no all'accorpamento delle festività
ROMA. Il Consiglio dei Ministri ha esaminato oggi la questione del calendario delle festivita' e delle celebrazioni nazionali e ''ha deciso di non procedere all'accorpamento delle festivita'''.E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi nella quale si spiega che la decisione e' dovuta a tre ragioni: ''anzitutto perche', secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non da' sufficienti garanzie di risparmio, contrariamente a quanto indicato dalla norma (che individua nel risparmio di spesa la propria finalita' principale).
Inoltre, perche' a differenza di quanto indicato dal decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a 'diffuse prassi europee', non esistono in Europa previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festivita' dei Santi Patroni.
Infine, - si legge nella nota - perche' l'attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia dell'autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la conflittualita' tra lavoratori e datori di lavoro''.
Previste inoltre forti restrizioni anche per gli enti territoriali. In base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350 mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. E' quanto prevedono i criteri per il riordino delle province definiti oggi dal Consiglio dei ministri, secondo quanto previsto dal decreto sulla Spending review.
Nei prossimi giorni il Governo trasmettera' la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verra' trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali).
La proposta finale sara' trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvedera' all'effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completera' la procedura.
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