Il Senato dice si' al semipresidenzialismo

ROMA. Il Senato dice sì al semi-presidenzialismo. L'assemblea del Senato con votazione per alzata di mano ha approvato l'emendamento all'art.9 del ddl sulle riforme costituzionali che introduce l'elezione diretta con suffragio universale del Presidente della Repubblica.

Hanno votato a favore Pdl, Coesione nazionale e Lega Nord, contrari i senatori dell'Udc, astenuti i senatori del Fli. Assenti per protesta i parlamentari del Pd e dell'IdV. In dissenso dal gruppo si sono astenuti i senatori Pdl, Giuseppe Pisanu e Ferruccio Saro.

L'assemblea del Senato ha anche provato con 120 voti a favore, 23 contrari e 11 astenuti, l'art.7 del ddl sulle riforme costituzionali, che sancisce la fine del bicameralismo perfetto ed attribuisce una diversa ripartizione per competenza sui disegni di legge tra Camera e Senato. Hanno votato a favore il Pdl, con il voto di dissenso del senatore Domenico Benedetti Valentino e la Lega Nord.

Assenti i senatori del Pd e dell'IdV in segno di protesta, presenti i parlamentari del Terzo polo.

Senza giri di parole i due senatori del Pdl hanno confermato il loro sostegno al semipresidenzialismo ma al contempo hanno duramente criticato il modo con cui Pdl e Lega Nord hanno scelto di procedere, una strada che ''ha fatto venir meno la maggioranza dei due terzi e compromesso il cammino delle riforme''.

''Nella migliore delle ipotesi quello che avremo sara' una bandiera da sventolare in sede elettorale, posto che ci sia il vento'' ha detto Pisanu, denunciando nel percorso scelto la mancanza di un ''ampio dibattito preparatorio'', di un ''disegno organico'', della ''ricerca di una maggioranza capace di sostenere fino alla fine'' un simile progetto.

Da Pisanu e Saro giunge l'auspicio che alla Camera si possano riallacciare i fili di un confronto. Pisanu spera nella ripartenza dall'accordo originario Alfano-Bersani-Casini per impostare poi una nuova strada per il semipresidenzialismo; Saro si augura lo stralcio del taglio del numero dei parlamentari e poi la ripartenza di un confronto, anche valutando l'ipotesi Pd di un referendum di indirizzo.

Per il resto l'Aula del Senato ha anche plasticamente raffigurato le smagliature che tale riforma ha determinato: assenti per protesta i senatori del Pd, dei Radicali e dell'IdV che invano questa mattina hanno nuovamente chiesto di sospendere l'esame del provvedimento per dare piu' spazio al dibattito sulla spending review (proposta respinta dall'assemblea), presenti ma solo per astenersi i senatori del Fli, contrari gli altri parlamentari del Terzo polo. Il senatore della Lega Nord, Roberto Calderoli e' stato richiamato all'ordine con decisione dal presidente di turno, Domenico Nania: ''Senatore Calderoli, lei deve stare calmo.