Manduria e Sava: nuova emergenza ambientale nel Tarantino

MANDURIA (TA). È inconcepibile, oggigiorno, dover sprecare milioni di metri cubi di acqua che, se adeguatamente depurata, potrebbe essere utilizzata per attività irrigue, al fine di sollevare la crisi idrica che attanaglia la nostra agricoltura e i nostri parchi o, meglio ancora, per i rifornimenti idrici degli impianti industriali.

Stiamo parlando della gestione dei reflui di depurazione dei comuni di Sava e Manduria che, secondo un progetto, verranno dispersi in mare, con grave compromissione dell’ecosistema marino e costiero della zona e spreco di risorse idriche.

Sulla vicenda c’è stata una polemica tra Romina Power e l’assessore regionale Amati. Il collettore fognario che convoglierà in mare gli scarichi di circa 68.000 utenze in Tabella A o 1 (tecnicamente sono i reflui non sufficientemente depurati), un numero di poco maggiore della barriera di 60.000, al di sotto della quale la Legge permette lo scarico altrove, mentre oltre detto numero di utenze il recapito finale deve essere un 'corpo idrico'.

Ma così non va. La Regione deve abbandonare definitivamente l’idea di risolvere la problematica dei reflui di depurazione in questo modo, nella maniera più immediata possibile, disconoscendo i valori ambientali e le risorse che questo territorio possiede. Analoga vicenda si è verificata per i comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, attivando lo scarico nell’Area Protetta di Torre Guaceto.

La Provincia di Brindisi si è opposta fermamente all’immissione delle acque reflue nel canale Reale e quindi nella zona A di dell’Area Marina Protetta. Con altrettanta convinzione il WWF, il Ministero dell'Ambiente e tutto il Consorzio di Gestione si sono opposti alla possibilità di scaricare reflui di depurazione nello splendido mare dell'AMP di Torre Guaceto ed all'AQP è stato chiesto dalla Provincia di effettuare la Valutazione d'Incidenza Ambientale, procedura cui si è opposta per ragioni di natura economica.

È bene ricordare, inoltre, che attualmente i depuratori di alcuni comuni brindisini scaricano acque classificate in “Tabella 1” nel Canale Reale e quindi, di conseguenza, nell’oasi WWF di Torre Guaceto.
Ma tornando alla nuova emergenza ambientale tarantina, se così stanno le cose si potrebbe utilizzare il sistema idrico, già esistente, del Consorzio Arneo, mai entrato in funzione, o scaricare le acque affinate in falda evitando la salinizzazione della falda acquifera in atto da decenni.

Il depuratore scaricherà di fronte alla Salina dei Monaci, già Oasi Naturale Protetta, in uno dei tratti del Mar Ionio più belli e puliti, dove insiste un intervento della Comunità Europea per il rifacimento delle dune, trattandosi di area SIC.
Seppur tardivamente, 12 Amministrazioni Comunali si sono dichiarate contrarie al progetto presentando soluzioni alternative, sempre disattese.

L'appalto è stato indetto in giugno e l'aggiudicazione sarà resa nota tra poche settimane. Analoga situazione, anche peggio, a Porto Cesareo, con un progetto analogo che prevede lo scarico in area marina protetta.

Chiediamo che ci sia un confronto sulla vicenda che non può essere discussa con carte bollate ma deve passare per il tavolo della concertazione al fine di garantire effettivamente anche, e soprattutto, gli interessi collettivi.
A riferirlo in una nota WWF Puglia.

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