Dr. Jackyll e Mr. Hyde. Se la famiglia muore…

di Francesco Greco. Dr. Jackill e Mr. Hyde all’ombra del Cupolone. Al Centro l’avvocato Gianluca Conteticci è il marito di Giordana e padre di Damiana (nata nel 2001). Al Portuense invece è sposato con la collega (separata dopo 10 mesi di matrimonio) Valentina, ragazza paffutella, categoria “gattamorta” (capace finanche di fare regali alla figlia dell’amante e di chiedere alla rivale consigli per il diabete) e porta ai giardinetti Francesco (nato nel 2003).

Un fidanzamento durato 10 anni, altri 7 di matrimonio. Ci si conosce dal liceo, paralleli anche gli studi (Giurisprudenza) universitari. Storia di ordinaria doppiezza, di mostruosità quotidiane. Ma anche di curiose patologie da harem. Di un alieno che giace in fondo al nostro inconscio e che un brutto giorno affiora come un iceberg insidioso e destruttura l’universo affettivo costruito con pazienza e tenacia da una donna del XXI secolo.

Il tutto non in un contesto di degrado socio-culturale, da promiscuità sottoproletaria da “brutti, sporchi e cattivi”, ma in una dimensione borghese, in quelle che si definiscono buone famiglie, di protagonisti acculturati, in carriera e, come s’è detto, non in un borgo sperduto del Sud italiano, strapaese, dove all’ora di pranzo sparecchiano guardando “Beautiful” e perciò assorbono modelli estranei ai propri, ma a Roma, metropoli italiana, all’epoca del byte e dello smartphone.

Anaffettività, dicono i forbiti; paraculuggine fanno eco al Tufello. Insomma, pane per i denti di Costanzo, mentre Debora Caprioglio ci ha fatto su una fiction. Di italico c’è anche la battaglia legale per la separazione. Essendo Gianluca avvocato, vuoi che non brighi per umiliare ancora di più la moglie? I genitori, altro must del panorama faunistico italiettano, assecondano fino in fondo il bamboccione invece di riaccompagnarlo a calci in culo al domicilio coniugale per riassumersi le responsabilità di marito e di padre.

Protagonista Giordana Fauci, splendida quarantenne di buona nascita, buoni studi, ma fragile come Alice nel Paese delle Meraviglie sotto l’apparente piglio manageriale e il caschetto scuro, che racconta (schermata dalla formula di rito “ogni riferimento è puramente casuale”) il suo devastante calvario, i passaggi di un vissuto sconvolgente forse nel tentativo ingenuo di rimuoverlo, in “Storia di Giordana”, Book Sprint Edizioni, Salerno 2012, pp. 190, € 14.50.

E dunque, per tentare di “entrare” nella dinamica dei fatti, occorre premunirsi di qualche rudimento freudiano, affiancato magari a un approccio reichiano, ma anche in chiave letteraria è utile rifarsi agli abissi degli esseri umani scossi dalle intemperie delle pagine più belle di Dostoevskji. Storia d’amore fra persone provenienti da ambienti culturalmente omogenei. Sovrapposto anche il percorso universitario. Sbocco naturale di un grande amore le nozze, nasce Damiana. A questo punto la domanda nasce spontanea: nessun segnale di “stranezza” del professionista che apre lo studio con una collega? A volte ci sono, ma le donne vivono sulla nuvoletta iperuranica e non vogliono “leggerli”, non vogliono scendere dalla giostra al luna-park: pensano che la vita è tutta sms appiccicosi e zucchero filato.

Così a Natale 2005, dopo essersi travestito da Santa Claus per divertire la bimba e averle portato, che carino!, la colazione a letto a Giordana, il maritino precisino, affettuoso, posa una lettera sul tavolo della cucina. Cosa che fa spesso dal liceo, un Peter Pan venuto male: Giordana infatti non ci fa caso. Si allarma un pochino, ma solo un pochino, quando legge che il marito chiede la classica “pausa di riflessione” (un tempo, nell’altro secolo, si scendeva dal tabaccaio). Succede. Ci sono “pause” che iniziano e non finiscono mai. Un archetipo per mariti stressati, che ogni tanto vogliono “staccare” un po’ e poi fanno ritorno alla magione per riprendersi le loro responsabilità. Solo che la moglie, illusa che sia la tipica crisi da settimo anno, cerca il marito “disturbato”, “stressato”, ma questi scansa la moglie, fino alla lettera in cui chiede la separazione.

Intanto un detective ha scoperto la verità: l’avvocato ha due famiglie, due menàge, due letti coniugali. Oltre a un conto aperto in banca con firme false. Di una cosa occorre dargli atto: non è “italiano” fino in fondo, non pretende cioè di stare con due piedi in una scarpa. Che la famiglia sia scoppiata è evidente, e non da oggi. Che sia stata relativizzata e rottamata pure. Si discute delle sue nuove dimensioni, inventandosi continui copyright. Però sono cose di cui, come direbbe il divino Totò, occorre parlarne a priori, non dopo aver messo su casa, e prole. Il trend comunque è tracciato: ora siamo tutti a rischio. Attente al marito che, incavolato, dice: “Tu non hai capito nulla di me… Io non ti ho mai tradita!”.

Un appunto infine per Giordana: sarai pure “intelligente”, “incredibile donna dall’incredibile forza”, ma è meglio scendere dalla nuvoletta rosa. E per l’ex marito: se la ex moglie è quella bellissima creatura che appare in quarta di copertina, forse è meglio, di ritorno dalle vacanze, con Valentina e Francesco, si capisce, fissare un incontro urgente con lo strizzacervelli dell’Asl…