Fonti rinnovabili, battuta d'arresto in Consiglio regionale. "Occasione sprecata"
BARI. Sulla richiesta di verifica del numero legale da parte del capogruppo Udc, Salvatore Negro, si è arrestato in Consiglio regionale l’esame della proposta di legge per la “Regolazione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”. Il testo arriva in Aula dopo una gestazione di quasi due anni, unificando due provvedimenti - il primo a firma dei consiglieri Pd Epifani, Caracciolo, De Gennaro, Ognissanti e il secondo del gruppo consiliare Sel - presentati per la prima volta nel 2010. Prima dell’interruzione, e dopo aver incassato la disponibilità da parte della struttura tecnica a valutare i sub-emendamenti presentati per evitare di sconvolgere il provvedimento, l’Aula aveva approvato a maggioranza (con l’astensione delle opposizioni) i primi cinque articoli, così come emendati.Alla ripresa dei lavori, l’intervento del capogruppo Sel Michele Losappio ha dato il via al dibattito politico: dai banchi del centrosinistra il richiamo al senso di responsabilità per approvare una legge “attesa e necessaria per regolamentare un settore così importante e delicato, evitando di far ricadere sulla Puglia problemi di carattere nazionale”.
Dall’opposizione invece la richiesta alla maggioranza di dare prova di compattezza garantendo i numeri per l’approvazione della legge.
Alla discussione sono intervenuti i consiglieri Arcangelo Sannicandro (Sel), Euprepio Curto (Fli), Angelo Disabato (PpV), Pino Lonigro (Sel) Sergio Blasi (Pd), Antonio Decaro (Pd), Franco Pastore (Gruppo misto-Psi), Rocco Palese (PdL), Giovanni Brigante (PpV), Alfredo Cervellera (Sel), Michele Ventricelli (Sel), Giuseppe Romano (Pd), Ignazio Zullo (Pdl). In conclusione gli interventi dell’assessore all’Energia Loredana Capone e del presidente della Regione Nichi Vendola.
Per il capogruppo del PD alla Regione Puglia, Antonio Decaro, “oggi abbiamo perso l’occasione di dotare la nostra regione di una legge di riordino alla quale le forze politiche in Consiglio stanno lavorando in sinergia da un anno. E non capisco come mai, su una legge che tiene insieme le tre proposte di Pd, Sel e Udc, si sia chiesta la verifica del numero legale in Aula, dal momento che eravamo tutti a conoscenza delle richieste di congedo di alcuni consiglieri”.
Per sottolineare l’importanza e la validità del testo di legge in questione, Decaro ricorda innanzitutto “l’apprezzamento unanime di tutte le forze politiche per le audizioni delle Procure della Repubblica al fine di mettere il settore delle rinnovabili al riparo da infiltrazioni mafiose. Una legge – prosegue - che consente un riordino delle attività e degli iter autorizzativi per l’installazione di nuovi impianti; che ci permette di dare agli Enti locali uno strumento per governare il settore; e che ci dà la possibilità di ridurre il contenzioso. Stiamo rimandando l’occasione di dare alla Puglia precisi criteri per favorire ulteriormente la produzione di energia rinnovabile compatibilmente con la tutela dell'ambiente; orientando lo sviluppo del settore sia verso il fotovoltaico integrato sui tetti delle abitazioni delle famiglie e su quelli delle piccole e medie aziende pugliesi, sia verso le piccole centrali a biomasse a filiera corta per l'autoproduzione energetica delle aziende agricole e industriali”.
“Data l’importanza del provvedimento all’esame del Consiglio, ma a prescindere dallo stesso – precisa il capogruppo Pd - non riesco proprio a comprendere le motivazioni che hanno portato a chiedere la verifica del numero legale in Aula, dal momento che sapevamo da questa mattina, guardando le richieste di congedo, che la maggioranza non aveva i numeri; e considerato che avevamo appena terminato la riunione dei capigruppo al fine di definire una posizione unitaria sui sub-emendamenti presentati oggi".
“Sinceramente – sottolinea infine - mi aspettavo un atteggiamento più responsabile non solo da parte dell’Udc, ma anche dalle fila del Pdl. Ma forse, ho riposto troppa fiducia nell’opposizione. Per questo, chiedo al centrosinistra di non fidarsi piu' del clima di leale collaborazione dichiarato anche oggi dalla minoranza e di tenere, d’ora in avanti, un atteggiamento piu' attento a garantire il numero legale in Aula”.