Stefàno: perplesso a dichiarazioni ministro Catania
BARI. “Le dichiarazioni rese ieri in Senato dal ministro Catania sulle norme riguardanti l’obbligo di etichettatura per gli alimenti mi lasciano perplesso e insoddisfatto”.
Lo ha dichiarato l’assessore alle Risorse agroalimentari, Dario Stefàno.
“Credo che risultino assai poco in linea, e ancor meno coerenti, con le indicazioni di un sistema Paese che, a voce unanime, ha accolto con entusiasmo una legge approvata dal nostro Parlamento, vorrei ricordare, anche qui all'unanimità e ben 18 mesi fa”.
Secondo Stefàno è “una posizione piuttosto attendista, quella manifestata ieri dal ministro, che per un verso delude le aspettative dei produttori e, nel contempo, tradisce le istanze dei consumatori che ci chiedono più chiarezza, più leggibilità e più garanzie sulla origine dei prodotti acquistati. Una posizione che prospetta la prosecuzione di un sorta di "vacatio legis", che ci lascia in attesa di decreti applicativi che tardano ad essere scritti, prima ancora che emanati, e che nuoce ad un sistema produttivo alle prese con un mercato sempre più dominato da pericolose e quotidiane incursioni di concorrenza sleale”.
“Alla delusione per quanto ascoltato ieri – prosegue l’assessore - accompagno la profonda convinzione della necessità di un cambio di passo del nostro governo nazionale e del nostro sistema Paese nei confronti di Bruxelles. Questa sarebbe stata una occasione straordinaria per fare emergere con forza l'interesse del nostro Paese su un tema che incrocia il cuore della qualità del Made in Italy. L'autorevolezza che la storia produttiva ci consegna in fatto agricolo e alimentare ci dovrebbe spingerci ad osare di più, ad avere più coraggio, a non attendere più in silenzio dall'UE indicazioni che tardano a venire, a smuovere una sorta di meccanismo perverso che sembra non accorgersi di quanto l'agropirateria e l'imitazione colpisca il sistema produttivo e con esso la dignità dei nostri territori".
Secondo Stefàno è “una posizione piuttosto attendista, quella manifestata ieri dal ministro, che per un verso delude le aspettative dei produttori e, nel contempo, tradisce le istanze dei consumatori che ci chiedono più chiarezza, più leggibilità e più garanzie sulla origine dei prodotti acquistati. Una posizione che prospetta la prosecuzione di un sorta di "vacatio legis", che ci lascia in attesa di decreti applicativi che tardano ad essere scritti, prima ancora che emanati, e che nuoce ad un sistema produttivo alle prese con un mercato sempre più dominato da pericolose e quotidiane incursioni di concorrenza sleale”.
“Alla delusione per quanto ascoltato ieri – prosegue l’assessore - accompagno la profonda convinzione della necessità di un cambio di passo del nostro governo nazionale e del nostro sistema Paese nei confronti di Bruxelles. Questa sarebbe stata una occasione straordinaria per fare emergere con forza l'interesse del nostro Paese su un tema che incrocia il cuore della qualità del Made in Italy. L'autorevolezza che la storia produttiva ci consegna in fatto agricolo e alimentare ci dovrebbe spingerci ad osare di più, ad avere più coraggio, a non attendere più in silenzio dall'UE indicazioni che tardano a venire, a smuovere una sorta di meccanismo perverso che sembra non accorgersi di quanto l'agropirateria e l'imitazione colpisca il sistema produttivo e con esso la dignità dei nostri territori".
