Di Venere: Cassano, “Uniti per dire no allo smantellamento”

BARI. "Da ospedale a misura di ammalato, centro di eccellenza e punto di riferimento per gran parte del territorio regionale, a struttura fantasma. Il “Di Venere”
di Carbonara è passato da 800 posti letto nel 1998, ai 550 del 2005, in un percorso senza fine verso il baratro. Nel 2010 erano 311 i posti letto, scesi a
266 nel 2011 fino ai 170 posti letto di oggi. Al “Di Venere” mancano 8 primari; sono stati chiusi o notevolmente ridotti i servizi di medicina sociale, geriatria e psichiatria, accorpate chirurgia d'urgenza e chirurgia generale, dermatologia. Ridotte ai minimi termini ginecologia e neurochirurgia (punti di riferimento per i pazienti di tutta la Puglia), fisiopatologia respiratoria e pediatria. L'Anatomia patologica è in fase di smantellamento e trasferimento al San Paolo; si “mormora” di azioni simili per il laboratorio analisi e centro trasfusionale. Le sale operatorie, nuove di zecca, alla fine di questo sistematico processo distruttivo saranno con ogni probabilità del tutto inutili, in un percorso che più che virtuoso appare segnato da intenti ben
precisi: smontare pezzo per pezzo uno dei gioielli locali della sanità.
Nei prossimi giorni, assieme al capogruppo del Pdl alla Regione e ai componenti del comitato per la salvaguardia del Di Venere, incontreremo il sindaco Michele Emiliano. Salvare l'ospedale di Carbonara, tutelare le sue eccellenze sanitarie, assicurare assistenza dignitosa e valida a tutti i pugliesi, è un preciso compito degli amministratori locali. Un compito che deve andare oltre ogni aspetto ideologico e elettoralistico. Per questo sono personalmente più che convinto che la “battaglia” non solo contro lo smantellamento del Di Venere, ma ancor più per il potenziamento della struttura, deve vederci tutti uniti". A riferirlo in una nota il consigliere Massimo Cassano (Pdl).