Ilva: i custodi danno nuovo divieto di scarico. Sindaco scrive a Napolitano e a Monti

TARANTO. Si mettono sempre peggio le cose per l'Ilva. I custodi giudiziari degli impianti dell'azienda sotto sequestro hanno vietato all'azienda di scaricare quantitativi di minerali superiori a 15.000 tonnellate. La disposizione e' contenuta nel verbale stilato ieri dai custodi dopo un sopralluogo in stabilimento e prefigura un'accelerazione ai tempi di fermata degli impianti. Per quanto si e' appreso, allo stato attuale gli altiforni in funzione consumano circa 50.000 tonnellate di materie prime al giorno.

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"La vicenda dello stabilimento Ilva, sia per le implicazioni di tipo ambientale che di tipo occupazionale, ha pesantemente acuito una situazione sociale ed ambientale già oggettivamente difficile e pesante da sostenere da parte della collettività tarantina". Lo scrive il sindaco di Taranto Ippazio Stefano in una lettera inviata al premier Mario Monti e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Taranto - osserva - si ''trova stretta in una morsa di problemi di gravissima portata''.

Nel frattempo l'arcivescovo della città, Filippo Santoro, domani mattina alle 10 fara' visita agli operai del Mof (Movimento ferroviario), il reparto in cui il 30 ottobre scorso e' morto Claudio Marsella. I lavoratori, che scioperano a oltranza, sono in presidio permanente davanti alla portineria A dello stabilimento. ''Vengo - dice mons.Santoro - per onorare la memoria di Claudio, per solidarieta' ai suoi colleghi e per portare un segno ed una parola di speranza per loro e per le loro famiglie''.