Angelino Alfano 'mattatore' a Bari


Andrea Stano. Nella piccola sala del Comitato elettorale Pdl in Via Argiro a Bari, illustre ospite del pomeriggio è stato Angelino Alfano, potenziale candidato premier per il centrodestra alle politiche 2013.

Molte le personalità presenti, come Fitto, Sisto e l’ex sindaco del capoluogo pugliese, Simeone Di Cagno Abbrescia, seduto tra il pubblico composto da un nutrito numero di persone. La platea è di circa 150 persone, percentuale bassissima, invece, di giovani, i quali si contano sulle dita di una mano.

Il delfino di Berlusconi fa il suo ingresso alle 16.20 soffermandosi per le fotografie di rito e fugaci interviste prima di dare inizio alla conferenza che lo vedrà protagonista per una mezz’ora. Il Segretario Nazionale del Pdl è infatti atteso a Corato.

L’apertura dell’evento è del senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, orgoglioso di presentare non solo lo stesso Alfano ma anche Raffaele Fitto per il quale si scatena una calorosa e solidale standing ovation da parte del pubblico. “La nostra sarà una pattuglia per la difesa del fuoco”, queste le parole conclusive del senatore.

A questo punto ha inizio l’intervento di Angelino Alfano, non prima di scusarsi per il poco tempo a disposizione e di prodigare i consueti ringraziamenti nei confronti di Silvio Berlusconi per la straordinaria campagna elettorale. “Ma un aiutino ce lo sta dando anche la sinistra”, ironizza l’avvocato, “non potevamo prevedere che proponessero una patrimoniale di oltre 40 miliardi di euro quando dicono no alla restituzione e all’eliminazione dell’imu, proprio 40 miliardi. Sostengono che questa patrimoniale la debbano pagare solo i ricchissimi, ma sono solo duemila le persone in Italia che guadagnano più di un milione di euro l’anno, quindi si riverserà tutta verso il ceto medio che invece va tutelato”.

La prima parte del discorso di Alfano è un biasimo verso il centrosinistra, “abbiamo governato otto anni l’uno, se i nostri otto anni se li ricordano tutti e i loro no, certo non è colpa nostra, loro hanno introdotto l’irap, imposta rapina, noi abbiamo molta credibilità”, e qui comincia l’elenco di alcuni provvedimenti presi nel corso dei governi Berlusconi: eliminazione della tassa di successione, bonus bebè, legge antifumo, leggi contro la mafia, aumento delle pensioni minime, legge sulle opere pubbliche, legge Biagi, patente a punti (“meno 1oomila incidenti”, afferma deciso Alfano), piano sud di Raffaele Fitto e via discorrendo.

Non mancano le critiche ai propri ex alleati, su tutti Gianfranco Fini, “prima vincevamo tutto, amministrative, regionali,politiche, europee, avevamo il turbo, fino alla decisione di Fini che nonostante tutto non si dimise da Presidente della Camera. Ora i sondaggi lo danno a quota prefisso di Roma, 06”, dice sorridendo, accogliendo fragorose risate dal pubblico.

Dopo una parentesi dedicata alla “parola ufo, che prima non conosceva nessuno”, ovviamente lo spread, e un accenno all’inutile allarmismo di fine 2011, “la correlazione spread e governo Berlusconi è stata fase tragicomica della democrazia recente”, Alfano ne ha anche per gli altri due avversari politici: il premier uscente Mario Monti, “chiediamo le sue dimissioni da senatore a vita, la sua funzione sarà quella di aiutare indirettamente Bersani per un’alleanza acrobatica”, e Beppe Grillo. Sulla figura dell’ex comico genovese Alfano nutre maggiori perplessità e preoccupazioni vista la provenienza di molti dei suoi candidati, “no tav, centri sociali, estrema sinistra. Occorre che gli indecisi di centrodestra sappiamo chi siano realmente ma soprattutto, che votando loro, non manderebbero tutti a casa perché vincerebbe Bersani”.

Prima di porre fine alla conferenza Alfano ci tiene a sottolineare alcune delle proposte in seno alla propria coalizione, “noi promuoviamo i mancati pagamenti delle tasse per i primi cinque anni da parte delle imprese per ogni giovane assunto” e inoltre, “riformare i poteri di Equitalia che sono troppo forti, impignorabilità della prima casa e dei beni materiali di un’azienda senza i quali non potrebbe nemmeno lavorare ma dico no ad uno stato di polizia tributaria, intenzione del centrosinistra”.

“Lo Stato non ha alcun diritto di sapere come spendiamo i soldi”, frase di apertura relativa alla tematica evasione fiscale, “la nostra è una ricetta liberale che consenta la detrazione dall’imponibile su una serie molto ampia di spese”.

La conclusione, prima dei saluti e degli abbracci finali, è dedicata alla tematica giustizia, con annessa punzecchiatura alla sinistra, “Monte dei Paschi è comandata da loro”.

“Noi desideriamo che la giustizia applicata a Siena sia la stessa in tutta Italia, non ci sono state commistioni tra giudici e giornalisti, pubblicazioni di intercettazioni telefoniche, fughe di notizie e il sequestro preventivo è l’estrema soluzione, questa è la giustizia che vogliamo anche a sfondo azzurro, però, non soltanto rosso, inoltre, come per medici, avvocati e ingegneri, noi vogliamo la responsabilità civile per i magistrati”, boato prevedibile del pubblico.

Il discorso di Alfano termina intorno alle 17 e non è stato privo di battute ed ironia. Gli elettori di centrodestra più convinti, in preda ad un’affannosa ricerca di un valido erede di Silvio Berlusconi, probabilmente lo hanno trovato senza neanche rendersene conto.