Andrea Mirò, raffinata, eclettica e poetica: "La discografia italiana è nel pieno di un cambiamento epocale"


di Marco Masciopinto. Mamma, artista, compositrice, cantante, direttore d’orchestra e moglie del grande Enrico Ruggeri: lei è Roberta Mogliotti, in arte Andrea Mirò, una delle figure femminili della musica italiana più ammirate e applaudite degli ultimi tempi.

Andrea Mirò è una forte presenza nel mondo della musica italiana, con grandi e direi anche (invidiabili) capacità compositive, una donna realista sempre in continua sperimentazione.

La conferma arriva da ‘’Elettra Calliope’’ il suo ultimo progetto artistico, pubblicato lo scorso maggio, in cui l’artista assume due lati e due stili differenti:  corraggioso e dirompente, dall’altro profondo e poetico. Una nuova maturità artistica per la cantautrice (piemontese di nascita e milanese d’adozione), che l’ha accompagnata alla composizione di testi con tematiche forti e importanti, sonorità elaborate e intense, per un risultato sofisticato e di qualità.

E’ comparsa tra i direttori d’orchestra all’ultimo Festival di Sanremo, per lei il palcoscenico più importante e una seconda casa, dove fa sempre un certo effetto ritornarci.

Noi abbiamo voluto scoprire qualcosa in più di questa grande artista e leggete cosa ci ha raccontato.



Ci racconta come si è sviluppato negli anni il suo percorso artistico?

‘’Come musicista tutto è cominciato con lo studio del violino al conservatorio. Gli studi classici mi hanno dato quei codici che ho utilizzato iniziando a scrivere musica finalizzata alla forma canzone, momento che coincide col mio primo disco da cantautrice, pubblicato nel 2000. Prima di ciò ci sono state grandi ed importanti opportunità come interprete, ruolo che non sentivo mio, e che ho lasciato quasi subito all'inizio degli anni 90. In quei 10 anni circa ho lavorato in studio e dal vivo in parecchie tournée collaborando con artisti del calibro di Finardi, Mango, Vecchioni, Ron, Ruggeri. Insomma, mi sono fatta le ossa (ride, ndr). ‘’

Lei è da sempre considerata un modello reale di donna talentuosa e raffinata. Come ci si sente ad essere definita tale?

‘’Mi fa piacere raccogliere stima a vari livelli dagli addetti ai lavori e dagli artisti, e dal pubblico più attento, ovviamente: lo leggo come un premio alla mia curiosità ed al lavoro appassionato verso ciò che faccio, alla voglia di pormi obiettivi sempre nuovi e distanti. Mi piace mettermi alla prova, anche se spesso non è stato e non è per nulla facile, soprattutto dovendo combattere contro il pregiudizio riguardante l'autonomia della donna in campo musicale, autonomia ancora troppe volte poco tollerata e digerita’’.

"Elettra e Calliope" è il titolo dell'ultimo album di Andrea Mirò
‘’Elettra Calliope’’ è il suo ultimo lavoro discografico pubblicato lo scorso maggio. Un progetto che rispecchia le sue due anime: quella rock elettronica e quella melodica...

‘’Due facce di una stessa medaglia. Per questo, forse, il mio lavoro più completo e maturo sia dal punto di vista testuale che musicale. Sono due mondi che su me han sempre avuto un forte appeal, grossa parte del mio background si è formato rimbalzando da ascolti d'impatto rock sanguigno a fredde ed evocative atmosfere elettroniche’’.

Anche quest’anno l’abbiamo vista tra i direttori d’orchestra del Festival di Sanremo. Ci svela qual è stata la canzone che ha preferito maggiormente della kermesse canora?

‘’Ho apprezzato da subito lo sforzo di novità cantautorale e di linguaggio sonoro di Nardinocchi, e sono stata felice di affrontare con lui l'avventura sanremese.
Credo che Rubino sia un bel talento, con una canzone dall'aria lirico-tradizionale ma dal contenuto attualissimo, trattato per altro con magistrale leggerezza. Ce n'eravamo accorti già ad AreaSanremo, dove sono stata presidente di giuria alle selezioni. E credo che Silvestri e Gazzé siano una garanzia di qualità e non deludano mai’’.

Un vero talento che vuole entrare nel mondo della musica quali caratteristiche deve avere?

‘’ Una domanda difficile! Sicuramente pazienza e tenacia, non prima dell'aver avuto conferme concrete sul proprio talento, piccolo o grande che sia. Anni fa, per altro, bastava solo questo mentre oggi la parola "talento" ha valenze plurime: comunicazione musicale, capacità d'interazione con i media ed i social, gestione della propria immagine sul web e marketing generico del proprio "prodotto artistico", sono tutti particolari tutt'altro che secondari. A parte, secondo me, l'importanza della tensione verso una certa originalità della proposta: avere una propria cifra è l'obiettivo più difficile e più importante che caratterizza l' artista’’.

Uno sguardo sul mondo attuale della discografia italiana...

‘’ E’ un mondo duro, disgregato, impotente di fronte alla crisi globale che ha investito la musica da un po' di anni a questa parte.

Vero è che l'indie è la zona più in fermento e propositiva, quindi più dinamica, fatta di numeri più piccoli ma di forte impronta e spunto...piccole etichette crescono, e pure i loro artisti. Siamo nel pieno di un cambiamento epocale, ci vorranno anni per capire dove stiamo andando. Nel frattempo navighiamo a vista’’.

In un duetto futuro con quale artista vorrebbe condividere il palco?

‘’Mi vengono in mente troppi nomi, ma restringendo il campo all'Italia, il primo a cui chiederei sarebbe Battiato. Il secondo Benvegnù’’.

Il fatto di essere in coppia non solo in campo professionale ma anche sentimentale con un musicista come Enrico Ruggeri, comporta competizione?

‘’Per carità, no (ride, ndr). L'equilibrio che ci unisce da quasi 18 anni è fatto di tante cose, prima fra tutte il rispetto reciproco anche per i rispettivi percorsi. Poi viene la separazione della vita privata dalla professionale e, in quest'ultima, l'avere intenti comuni e dare il giusto peso alle opportunità dell'uno e dell'altra: Goethe le chiamerebbe "affinità elettive".



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