Cosa può fare un Papa che arriva dalla “fine del mondo”?


Grazia Stella Elia. Cosa può un Papa che arriva dalla “fine del mondo” con negli occhi e nel cuore la povertà dei poveri che ha cercato di aiutare e supportare?

Quale potere etico può  avere su un’Italia e un Universo bacati come mele marce dalla corruzione? Quale esortazione può esprimere alla fascia (purtroppo esigua) di persone che ancora credono nei valori della vita?

Forse può tanto, molto un Papa gesuita arrivato da Buenos Aires: un Papa che sceglie di chiamarsi Francesco e preferisce la croce di ferro a quella d’oro; un Papa che disdegna gli orpelli, lo spreco, il superfluo e predilige l'essenzialità di un vivere improntato alla parsimonia per amore della solidarietà.

È Francesco, sì, è quest’uomo che veste soltanto il bianco papale, è lui che la gente in cuor suo desiderava come Papa. È lui che nella sua totale semplicità accende di nuova fiamma la fede che si stava affievolendo. È da lui che tutti ci attendiamo l'incentivo per un ritorno alla morigeratezza dei costumi, all’amore per la Natura, alla fratellanza di francescana memoria.

Quello Spirito Santo, che ha illuminato i Cardinali nella Sistina, illumini Papa Francesco a tener testa alle forze maligne dilaganti e prorompenti!