Offshore Leaks, 'scoperchiato' paradiso fiscale tra più grandi al mondo

ROMA. Di primo acchito potrebbe sembrare il nuovo nome di un mega-yacht ma non è così. Si chiama "Offshore Leaks" e sta gia' facendo tremare 130mila titolari di conti correnti e investimenti nei paradisi fiscali provenienti da 170 Paesi, Italia compresa, tra cui politici, industriali, oligarchi, trafficanti d'armi e uomini della finanza internazionale. Questa Wikileaks dell'evasione ebbe inizio piu' di un anno fa, quando un anonimo spedi' a un indirizzo australiano dischetti con due milioni e mezzo di dati riguardanti conti e depositi nei paradisi fiscali, e ora quei dati vengono pubblicati contemporaneamente dalle testate di mezzo mondo.
I dischetti furono infatti inoltrati al "Consorzio per il giornalismo investigativo" (Icij) di Washington che per 15 mesi ha messo al lavoro un team di 86 giornalisti di 38 testate e 46 Paesi diversi che hanno eseguito verifiche sui dati, riferiti a un arco di 30 anni. I primi risultati sono gia' apparsi sui quotidiani inglese Guardian, sull'americano Washington Post, sul francese Le Monde, sullo svizzero Sonntagszeitung e sulla tedesca Sueddeutsche Zeitung (SZ).
Per l'Italia il caso e' stato seguito dall'Espresso che nel numero in edicola domani indichera' i nomi di 200 italiani presenti nel database.
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