“Dov'è il finanziamento per lo sportello di consulenza di Nardo'?"

LECCE - “Tornano i migranti nell’area di Nardò, il consigliere regionale vendoliano Antonio Galati incalza l’amministrazione comunale: «I migranti arrivano, mentre i giovani emigrano. Che fine ha fatto il finanziamento per lo sportello di consulenza, che poteva dare servizi ai lavoratori stagionali e posti di lavoro a otto professionisti? L’assessore alle politiche sociali è forse distratto dai “ritorni di fiamma”?»

I fatti: Come ogni piano sociale di zona, anche quello dell’ambito di Nardò viene concertato con le associazioni del territorio: nel tavolo tematico diverse associazioni cattoliche e laiche (dalla Caritas agli istituti comprensivi, dalle cooperative sociali alle associazioni di settore) chiesero fin dal dicembre 2009 l’istituzione di uno sportello rivolto agli immigrati dotato di competenze specialistiche.
Il piano sociale di zona approvato nel 2010 recepisce questa esigenza e stanzia 474.800 euro da impiegare in tre annualità per l’istituzione di uno sportello rivolto ai cittadini immigrati, specie quelli impiegati stagionalmente nell’agricoltura; localizzato a Boncuri, lo sportello deve essere dotato di competenze legali e di consulenza socio-assistenziale, ma anche di ricerca sul fenomeno dell’immigrazione nell’area di Nardò.
Passa il 2011 e il 2012 senza che il progetto, finanziato dal piano sociale di zona e quindi con fondi regionali, prenda forma. Nel frattempo scoppia la rivolta contro il caporalato, capitanata da Yvan Sagnet e supportata dalla Flai-Cgil e quella di Boncuri diventa una situazione straordinaria, ben presto bollata come “emergenza”. Nel maggio del 2012 scattano gli arresti dell’operazione “Sabr”: caporali stranieri e imprenditori italiani finiscono in carcere per aver sfruttato i migranti nelle campagne.
Alla fine del 2012, qualcosa si muove: il 18 dicembre viene finalmente approvato il bando per il “consolidamento e potenziamento dello sportello per l’integrazione socio sanitaria culturale”. Il finanziamento (nel frattempo ridotto ad un terzo, visto che copre la sola annualità 2013) ammonta a 158.900 euro e prevede l’assunzione di quattro mediatori linguistico-culturali (con conoscenza della lingua inglese o francese o araba), due educatori-docenti e due operatori di sportello. Un bando così importante viene però pubblicato nel momento di massima “distrazione” pubblica: tra il 24 dicembre 2012 e il 9 gennaio 2013, vale a dire nelle due settimane che corrono tra Natale, Capodanno e l’Epifania.
Da allora, cinque mesi di silenzio e immobilità: non si sa se siano pervenute osservazioni migliorative del bando, se siano state apportate correzioni, se siano pervenute offerte, se siano state valutate. Nonostante Nardò e i comuni vicini vedano già arrivare i primi migranti, non si sa che sorte abbia avuto negli ultimi cinque mesi un bando così importante per definire l’accoglienza dei cittadini stranieri nei sei comuni dell’ambito. A tornare ad occuparsi del fenomeno è stata la prefettura, convocando un tavolo nel quale però le autorità presenti non hanno di sicuro avuto notizia di una simile opportunità, altrimenti la discussione non avrebbe trascurato questo aspetto.

In sintesi: nel 2009 le realtà sociali dell’ambito di Nardò richiedono l’istituzione di uno sportello rivolto agli immigrati. Il piano sociale di zona recepisce l’esigenza e nel 2010 finanzia tre annualità con quasi mezzo milione di euro. Nei due anni seguenti nulla si muove nell’assessorato competente, mentre a Boncuri scoppiano le rivolte contro i caporali, che poi vengono arrestati dalla procura di Lecce. Solo alla fine del 2012 viene approvato un bando (per una sola annualità) e pubblicato tra Natale e l’Epifania. Dai primi di gennaio ad oggi il bando, finanziato con oltre 158mila euro per occupare otto specialisti qualificati, è rimasto nel cassetto dell’assessorato alle politiche sociali. Intanto a Nardò cominciano ad arrivare gli immigrati per la stagione delle angurie, mentre i giovani professionisti non trovano il lavoro per cui hanno studiato e emigrano al Nord.

Antonio Galati: «Difficilmente uno sportello di informazione, consulenza e monitoraggio avrebbe disinnescato l’esplosione della rivolta contro il caporalato. Sicuramente, invece, avrebbe avuto due vantaggi.
Il vantaggio principale sta nell’affrontare la situazione straordinaria di Boncuri non solo con la chiave dell’ordine pubblico, ma anche in termini di ricerca, prevenzione, servizi; anche perché parlare ancora di “emergenza” da affrontare tramite le forze dell’ordine per una situazione nota da vent’anni e finita sotto i riflettori da almeno cinque è vagamente paradossale.
Il vantaggio secondario sta nell’offrire a otto professionisti del territorio di Nardò e del suo ambito un’occasione di mettere a frutto i propri studi. Un vantaggio tanto più importante in un momento di crisi che vede impennarsi il drammatico fenomeno dell’emigrazione intellettuale dei nostri giovani, che partono per il nord Italia e il nord Europa con la propria laurea in tasca, impoverendo un territorio che non ha saputo valorizzarli.
Due vantaggi che temo siano sfumati anche per quest’anno, nonostante un bando approvato e pubblicato ma mai divenuto operativo e nonostante l’obbligo di darvi seguito: un obbligo di buon senso, ancor prima che di legge.
Il fenomeno dell’immigrazione non è una “rogna” da respingere nelle campagne, ma se ben governato è un’opportunità di ricchezza e occupazione per Nardò e la sua area. Non vorremo che l’assessore delegato alle politiche sociali, Giuseppe Fracella, fosse troppo impegnato in progetti di “ritorni di fiamma” e rifondazione missina per dare risposte concrete (e non ideologiche) a un’esigenza partita dalle realtà sociali del suo comune, necessaria per governare il fenomeno dell’immigrazione e utile per dare occupazione qualificata ai giovani del territorio»“.