"Ripalta, la devastazione continua"
Questo traffico veicolare rende la pista insicura e comporta un costante inquinamento dell’aria e del suolo per la notevole quantità di rifiuti che viene abbandonata.
A questa situazione si aggiunge la piaga degli incendi che vengono appiccati proprio nelle giornate ventose. È evidente la natura dolosa del rogo che si è sviluppato nella giornata odierna, in quanto è stato innescato in più punti, rendendo difficoltose le operazioni di spegnimento da parte dei volontari del WWF. Altri segni di roghi recenti sono riconducibili alla pratica criminale dell’estrazione di rame dai cavi rubati e sono rilevabili in più punti.
Infine, quando si arriva a Ripalta, il terrazzamento artificiale sta lentamente franando mentre i muri a secco recentemente ristrutturati sono parzialmente crollati.
Ancora una volta ci troviamo a constatare che quanto avevamo previsto si è purtroppo verificato. Sin dal 2006 il WWF con lettera prot. 2006-37-U presentò le sue osservazioni e raccomandazioni, articolate in 16 punti, riguardanti il progetto preliminare denominato “Realizzazione di pista ciclabile naturalistica di collegamento via Prussiano – Grotte di Ripalta”, voluto dalla Provincia di Bari. Fra gli altri aspetti chiedevamo di spostare il percorso sfruttando i tratturi già esistenti, ridurre la larghezza della pista ciclabile, modificare i materiali da impiegare, rivedere i particolari tecnici. Alla fine il le nostre proposte non furono accolte.
Oggi ripetiamo le stesse argomentazioni di sei anni fa: temiamo fortemente per la pubblica incolumità perché il tracciato pone a rischio la sicurezza dei fruitori e cittadini. Timori dovuti non solo alla eccessiva vicinanza al bordo della falesia (la staccionata-parapetto non rappresenta una barriera invalicabile ed oggi è addirittura parzialmente distrutta) ma anche al rischio di crollo della medesima falesia (il camminamento attuale, infatti, si snoda su tratti di roccia piena alternati a tratti di roccia molto cava).
Ma il nostro dubbio principale riguardava la larghezza della pista, del tutto inaccettabile: con i suoi 2,50 metri era simile ad una strada. Con la sua realizzazione si sono poste le condizioni per il passaggio abusivo di mezzi motorizzati in quanto alcuna azione è stata posta in esser per scongiurarne il transito (p.e. dissuasori, barriere, ostacoli).
Oggi è sotto gli occhi di tutti il notevole impatto della pista sull’ecosistema. Così come previsto l pista è stata realizzata a stretto ridosso dei muretti a secco che sono pregevoli e uniche nicchie di biodiversità . Noi comunque siamo fiduciosi: dopo tante chiacchiere finalmente la documentazione che propone l’istituzione di un’area naturale protetta, marina e terrestre, è nelle mani del Ministro Orlando, che quando visitò il sito ci assicurò il suo interessamento. E noi lavoreremo per la Salvaguardia della Zona Pantano Ripalta.
A riferirlo in una nota il WWF Puglia.