Cresce dopo Italia-Argentina il 'partito' degli anti-prandelliani


di Nicola Zuccaro - Cresce dopo Italia - Argentina del 14 agosto il Partito degli anti-prandelliani. Alla luce della sconfitta inflitta dagli albiceleste agli Azzurri sono puntualmente giunte nei giorni successivi al triplice fischio le critiche ad indirizzo di Cesare Prandelli. Dalle Tribune Centrali dell'Olimpico, non poche, sono state le critiche mosse alla strategia di gara adottata dal Ct azzurro. In primo piano il tardivo inserimento degli innesti avuto a 15' dalla fine di una gara che si sarebbe dovuta quantomeno pareggiare.

Solo dopo le sostituzioni avvenute dal 30' in poi della ripresa si è vista una Nazionale in grado di tener testa all'insidiosa Argentina. Limitarsi all'esecuzione di Lorenzo Insigne che accorciava, come da tabellino, le distanze, non copre le crepe sia del centrocampo che dell'attacco azzurro tanto da chiedersi le ragioni per il mancato innesto di Pirlo e di El Shaarawy.

Un mix di geometria e di profondità che avrebbe potuto consegnare un risultato diverso dalla bruciante sconfitta unitamente alla presenza di uno fra Gilardino e Diamanti che lì davanti avrebbero potuto fare decisamente meglio di un opaco Osvaldo poco servito da un lento Montolivo.

Il centrocampista milanista ha confermato di essere più un centrale di assestamento che un regista di ruolo. Elementi che Prandelli dovrà tener conto nelle prossime gare di qualificazione contro Bulgaria e Rep.Ceca il 6 Settembre a Palermo e il 10 Settembre a Torino. Ma una domanda, la più inquietante, resta ed è la seguente: questo Ct vuol vincere le partite? E' quanto si è chiesto sia il pubblico di casa che quello presente all'Olimpico in vista di un Mondiale ( 12 giugno - 13 luglio 2014 in Brasile) dove si spera di vedere l'Italia migliore non più nell'ultimo quarto d'ora ma sin dal 1' con un undici titolare rodato e affiatato da lungo tempo e non al contrario la risultante dei numerosi esperimenti applicati sino al 14 agosto 2013 dal Ct azzurro.