Nuove norme di controllo sulle società partecipate, Amati: “Un esempio di ‘grande coalizione’ su temi importanti”

“Con l’inasprimento delle norme di controllo sulle società, aziende, enti e agenzie, collegate o poste sotto la vigilanza della Regione, il Consiglio regionale ha sancito la volontà di puntare sull’autocontrollo e a tempo debito, evitando di attendere l’intervento di altre Autorità, magari giudiziarie, e prima che le situazioni di eventuali irregolarità possano aggravarsi e raggiungere condizioni non più rimediabili. Prevenire è pratica più virtuosa della cura”. Lo dichiara il Consigliere regionale, Fabiano Amati, commentando la norma contenuta nella legge di assestamento di bilancio, approvata ieri in Consiglio regionale, con la quale si obbligano gli organismi di vigilanza contabile delle società, aziende, enti, agenzie ecc., collegate alla Regione, a comunicare alla Giunta regionale e alla Presidenza del Consiglio regionale – nel termine perentorio di cinque giorni - tutti gli atti contenenti rilievi contabili o irregolarità amministrative. La norma, proposta dallo stesso Amati, quale primo firmatario, e da tutti i consiglieri regionali del Partito Democratico, è stata approvata dal Consiglio regionale all’unanimità. “Sono soddisfatto – afferma Amati - per l’approvazione della norma e per questo ringrazio tutti i colleghi Consiglieri regionali per l’unanime voto favorevole, che dimostra la capacità che ormai abbiamo di farci ‘grande coalizione’ sui temi più rilevanti attinenti a risparmio, risanamento, semplificazione e trasparenza”. “Naturalmente, le norme sono solo una faccia della medaglia. L’altra – evidenzia il consigliere regionale - riguarda un processo di educazione alla regolarità amministrativa, sulla quale le leggi svolgono funzioni di ‘istigazione’ all’imitazione, a carico degli apparati burocratici, delle altre istituzioni territoriali e di tutti i cittadini. È in fondo una questione di ‘buoni esempi’, perché il processo verso la pubblica amministrazione esemplare interpella la classe politica solo nella sua capacità di applicare a se stessa, prima di tutto, ciò che si vorrebbe che tutti gli altri facessero”. “È questo ciò che celebro con maggiore soddisfazione – conclude Amati - perché il resto attiene – ovviamente – alla solita disponibilità a fare buon uso delle leggi, all’applicazione rigorosa, e soprattutto alla più liberale speranza che questo tipo di leggi non ci sia il bisogno di applicarle”.