Governo, sul filo di rasoio. Letta, sono ottimista


ROMA - "Io sono ottimista e ho il dovere di essere determinato perchè gli italiani aspettano delle risposte concrete e queste risposte possono arrivare sono davanti a noi e le raggiungeremo". Così il premier Enrico Letta, sulla durata del governo, ai microfoni di Russia 24. E' sul serio ottimista? "Sì, sì, lo sono", ha ribadito.

"Penso che i quattro mesi di lavoro che abbiamo alle spalle dimostrino che la maggioranza può lavorare insieme e i risultati raggiunti lo confermano. Credo che sia molto importante che si continui a lavorare insieme per il bene dell'Italia", ha aggiunto il presidente del Consiglio. E alla domanda se crede nel partito di Silvio Berlusconi, ha risposto:  "Beh, Silvio Berlusconi è uno dei leader di partito che sostengono il mio governo".

"Tutti gli elementi ci dicono che alla fine dell'anno la situazione svolterà e negli ultimi mesi del 2013 cominceremo a vedere il segno più", assicura Letta. Sul fronte dei conti, ha detto, la situazione è "sotto controllo e vedo il nostro futuro oggi sicuramente in modo più ottimistico".

FRANCESCHINI - "Il presidente del Consiglio sta partendo per il G20, un appuntamento con un'agenda importantissima. È possibile interrompere questa serie continua di minacce quotidiane di crisi che riempiono i giornali, preoccupano i mercati e danneggiano il peso e l'immagine dell'Italia sui tavoli internazionali?". Così il ministro per i Rapporti con il parlamento e per il Coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini.

"Il presidente del Consiglio sta partendo per il G20, un appuntamento con un'agenda importantissima. È possibile interrompere questa serie continua di minacce quotidiane di crisi che riempiono i giornali, preoccupano i mercati e danneggiano il peso e l'immagine dell'Italia sui tavoli internazionali?". Così il ministro per i Rapporti con il parlamento e per il Coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini.

MATTEOLI - "Chiediamo al Pd delle risposte precise, se ci sono il governo va avanti sennò non possiamo più stare insieme". Lo afferma Altero Matteoli lasciando la riunione dei senatori del Pdl. A chi gli chiede se il Governo chiuderà la sua durata con la decadenza del cavaliere, Matteoli risponde: "per forza". Matteoli critica la decisione del Pd di voler "applicare una legge che non può essere applicata perchè è retrodatata". Il senatore pidiellino precisa che "la questione non riguarda l'incostituzionalità della legge ma la sua applicabilità. Questa legge - aggiunge ancora - non è applicabile perchè retrodatata".

Schifani, per noi no crisi ma dipende da Pd - "Non siamo pronti a nessuna crisi di governo naturalmente tutto dipende dal comportamento degli altri partiti. La nostra posizione è chiara". Lo afferma il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani al termine della riunione del Gruppo.

Silvio Berlusconi: il suo futuro politico appare sempre più incerto
DECADENZA, FUTURO CAV APPESO AD UN FILO - Il futuro politico del Cavaliere è appeso ad un filo: la vera e propria 'contesa' sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore e' ufficialmente iniziata alle 13.30, quando si e' riunito l'ufficio di presidenza della Giunta per le elezioni e l'immunita del Senato. La riunione serve infatti a fissare i tempi e il giorno sul voto finale della decadenza di Berlusconi. Lunedi' prossimo, 9 settembre, iniziera' invece l'esame con la relazione di Andrea Augello.

Il Pd sembra deciso a votare compatto contro il Cavaliere, tanto da spingere il Pdl, con Berlusconi in testa, a 'rompere' con l'esecutivo aprendo di fatto la crisi di governo. La tentazione dell'ex premier di staccare la spina e' forte: non intende continuare una collaborazione di governo "con chi mi butta a mare". I ministri sono pronti alle dimissioni: se il Pd "non cambia atteggiamento" sulla decadenza "sono pronte le dimissioni di tutti i ministri e di tutti i parlamentari del Popolo della Liberta'", assicura Gianfranco Rotondi, deputato del Pdl.

"E' la conseguenza politica della loro scelta. Non possono fare il governo con Berlusconi, cacciarlo e poi pretendere che dica anche grazie. Francamente mi sembra un po' troppo. E' sciocco dire che siamo noi che apriamo la crisi, ma e' il Pd che ci accompagna alla porta", ha spiegato. Una ipotesi che l'assemblea del gruppo Pdl di Palazzo Madama sta esaminando in queste ore. I senatori pidiellini dovranno infatti stabilire la strategia in vista del voto in Giunta.

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