Ilva: Riva annunciano 1500 esuberi. Chiudono 7 impianti

TARANTO - Il gruppo Riva, proprietario dell'Ilva, annuncia 1500 esuberi nelle sue societa' dopo il sequestro da 916 milioni di euro effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Taranto su ordine del gip di Taranto, Patrizia Todisco. A rivelarlo e' la Uilm.

+ Il Pdl attacca la Regione: tra Ilva ed Enipower in Puglia un bollettino di guerra
+ Bonelli, a Taranto nessuna follia giudiziaria

"Registriamo con rammarico - dichiara Mario Ghini, segretario nazionale Uilm - la messa in liberta'di circa 1.500 addetti del gruppo Riva operanti in 13 societa' riconducibili all'azienda di proprieta' della famiglia. E' la diretta conseguenza del sequestro preventivo per l'ammontare di 916 milioni di euro attuato ieri dalla Guardia di Finanza di beni immobili, disponibilita' finanziarie e quote societarie del gruppo siderurgico in questione.

Ancora una volta le iniziative disposte dagli uffici del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto determinano una ripercussione negativa sulla produzione siderurgica nazionale e sugli approvvigionamenti d'acciaio utili alle imprese manifatturiere italiane ed estere".

GLI IMPIANTI CHE CHIUDERANNO - Riva Acciaio spiega nel dettaglio che da oggi cesseranno tutte le attività dell'azienda, tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). ''Tali attività non rientrano nel perimetro gestionale dell'Ilva - afferma l'azienda - e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto''.

''La decisione - afferma la società -, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività''.

''Riva Acciaio impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell'azienda - conclude l'azienda -, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali''

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto