Emiliano propone la Consulta comunale per la cultura. Sostituirà l'assessorato?
di Nicola Zuccaro - L' Assessorato alla Cultura è stato estinto perchè era diventato un contenitore per marche da bollo. Michele Emiliano svela così quello che per tanto tempo ha rappresentato uno dei misteri
dell'Amministrazione Comunale di Bari.
Intervenuto alla conferenza stampa di presentazione di "Unite per la Cultura, il Sindaco del capoluogo non si è limitato a rilasciare il semplice e motivato annuncio ma è andato oltre proponendo una modifica all'interno dello Statuto Comunale di Bari con l'inserimento della Consulta della Cultura ovvero di un organo nel quale confluiscano tutti gli operatori e le associazioni culturali.
E con un "finchè ci sarò io non ci sarà un bancomat per i finanziamenti a iosa per le attività culturali", Emiliano opera un altro strappo con un passato politico-amministrativo fondato sui clientelismi e sui favoritismi sostenuto dal vecchio sistema dei Partiti risalente alla Prima Repubblica.
Un elemento storico - evidenziato dallo stesso Emiliano - teso a rimarcare che il budget comunale da destinare alla cultura è zero e che quindi il privato dovrà rimboccarsi le maniche puntando sulle nuove strategie di marketing collegate all'organizzazione di eventi e/o attività culturali.
Le modalità con cui avverrà la costituzione della Consulta Comunale per la Cultura non sono state ancora definite - come precisa lo stesso Sindaco - ma è inevitabile come da prassi che sentite le commissioni comunali competenti si dovrà iniziare a scrivere una Delibera che passi, successivamente, all'esame della Giunta e del Consiglio Comunale di Bari.
Quanto ai tempi prima di pronunciare ai posteri l'ardua sentenza bisognerà attendere ma questo trapasso se avverrà entro Maggio 2014 passerà come un altro provvedimento "pesante" dell'Emiliano 2 nella Bari dei 12 teatri.
Troppi per una città che conta circa 300mila abitanti.
Intervenuto alla conferenza stampa di presentazione di "Unite per la Cultura, il Sindaco del capoluogo non si è limitato a rilasciare il semplice e motivato annuncio ma è andato oltre proponendo una modifica all'interno dello Statuto Comunale di Bari con l'inserimento della Consulta della Cultura ovvero di un organo nel quale confluiscano tutti gli operatori e le associazioni culturali.
E con un "finchè ci sarò io non ci sarà un bancomat per i finanziamenti a iosa per le attività culturali", Emiliano opera un altro strappo con un passato politico-amministrativo fondato sui clientelismi e sui favoritismi sostenuto dal vecchio sistema dei Partiti risalente alla Prima Repubblica.
Un elemento storico - evidenziato dallo stesso Emiliano - teso a rimarcare che il budget comunale da destinare alla cultura è zero e che quindi il privato dovrà rimboccarsi le maniche puntando sulle nuove strategie di marketing collegate all'organizzazione di eventi e/o attività culturali.
Le modalità con cui avverrà la costituzione della Consulta Comunale per la Cultura non sono state ancora definite - come precisa lo stesso Sindaco - ma è inevitabile come da prassi che sentite le commissioni comunali competenti si dovrà iniziare a scrivere una Delibera che passi, successivamente, all'esame della Giunta e del Consiglio Comunale di Bari.
Quanto ai tempi prima di pronunciare ai posteri l'ardua sentenza bisognerà attendere ma questo trapasso se avverrà entro Maggio 2014 passerà come un altro provvedimento "pesante" dell'Emiliano 2 nella Bari dei 12 teatri.
Troppi per una città che conta circa 300mila abitanti.
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