Caloro Commendatore, 70 anni d’amicizia Italia-Polonia
di Francesco Greco.
LECCE - Un’amicizia che dura da 70 anni. Fra un maestro elementare con esperienza di insegnamento anche all’estero (ora in pensione) e il popolo polacco. Erano i mesi del dopoguerra e i soldati del Generale Wladislaw Anders, al seguito delle truppe alleate, finita la guerra erano rimasti in un Salento rurale (molti si sposarono con le contadine dei paesi: da qui molti cognomi polacchi nella zona). Miseria, desolazione, paesi spopolati da guerra e immigrazione verso le terre ricche (le masserie di Metaponto, del Barese, del Tarantino per coltivare il tabacco, la vigna, il grano). Si viveva di fichi secchi, carrube, qualche manciata di legumi, pane nero e ulive, verdura spontanee. Con i Polacchi riapparvero generi quasi dimenticati. I soldati scambiavano, magari in cambio di amicizia o del nostro buon vino, zucchero, cioccolata, carne in scatola, ecc.
In questo scenario, ma al riparo dalla guerra civile, i Polacchi indugiarono ad Alessano (ma anche a Maglie, Matino e altri centri del Salento meridionale) per frequentare Scuole di formazione civile che preparassero quei giovani che la tragedia iniziata nel 1939 aveva privato di istruzione al risorgere della Patria. Mentre nel Nord si combatteva la guerra partigiana per scacciare dalla Storia fascisti e tedeschi, qui il generale Anders aveva istituito il primo liceo-ginnasio frequentato dagli ex combattenti a Montecassino, Ancona, Bologna.
I Corsi durarono 20 mesi, precisamente dal gennaio 1945 al settembre 1946, fino alla smobilitazione del II Corpo d’Armata e il futuro maestro, Antonio Caloro - “Uccio” (foto) per tutti quelli che lo conoscono e gli vogliono bene, grati per aver insegnato loro a leggere, scrivere e far di conto: intere generazioni - che all’epoca aveva 14 anni, scambiava con i ragazzi di Anders i suoi libri di latino per le prime sigarette. “Furono i Polacchi – ricorda – a portare un po’ di benessere in paese: dopo tanto tempo ricomparvero pane, riso, zucchero, caffè, perfino la cioccolata, oltre alle sigarette. Con l’arrivo dei Polacchi insomma ad Alessano scomparve la fame”.
Caloro era rimasto orfano di padre ad appena un anno e mezzo, era la madre a crescerlo: “Loro – aggiunge - frequentavano la scuola di mattina, gli altri scolari del paese di pomeriggio. Uno dei nostri argomenti di conversazione era il latino…”.
Nacque così un rapporto di stima fra due popoli che ancora dura, si è rafforzato col tempo, trasfigurato in un intenso interscambio culturale all’insegna del dialogo e del confronto. Caloro è stato impegnato anche in politica (area cattolica, Dc) a conferma del suo senso civico, finché non si è convinto che il suo civismo sarebbe stato più fertile se speso diversamente, nella studio, la ricerca, l’approfondimento, da raffinato cultore qual è di storia locale. Nella sua lunga carriera ha condotto numerose, significative ricerche apparse su riviste specifiche e miscellanee. Tra le sue pubblicazioni: “Guida di Leuca” (L’estremo Salento tra storia, arte e cultura), Congedo Editore, Galatina 1986; “Gli Alessanesi di Anders” (un liceo-ginnasio polacco in Alessano, ’45-’46, ricordi e testimonianze), Laborgraf, Tricase 1995; “I soprannomi alessanesi”, in Gerhard Rohlfs (Dizionario storico dei soprannomi salentini, Terra d’Otranto), Congedo, Galatina 1986. Particolarmente proficua l’attività di traduttore dal francese dei saggi del bizantinista André Jacob e dello storico Jean-Marie Martin.
Dopo la caduta del Muro di Berlino è stato possibile riprendere i fili della vecchia amicizia: con una delegazione di Alessanesi il maestro è stato in Polonia nel maggio del 1992 e nel maggio 1996 a incontrare quegli studenti-soldato che orgogliosamente avevano continuato a chiamarsi tra di loro “Alessanesi di Anders”. Intanto, nel 1995 ad Alessano è arrivato un gruppo di ex soldati polacchi. Ma in questi ultimi anni ne sono venuti tanti alla spicciolata. Poi, maggio 2000, è andato in Gran Bretagna, dove vive un significativo numero di ex soldati non rientrati in patria dopo la guerra, perché il regime comunista considerava il Generale Anders alla stregua di un fascista, e con lui tutto il II Corpo d’Armata.
Successivamente, aprile 2005, una folta delegazione di Polacchi, provenienti dalla madrepatria, ma anche dagli Usa, la Gran Bretagna, il Canada, sono arrivati ad Alessano per ricevere la cittadinanza onoraria. Tale impegno appassionato per promuovere un’amicizia forte e feconda anche di pubblicazioni è stata onorata, un anno e mezzo fa, dal governo di Varsavia, con una prestigiosa onorificenza, ma a fronte delle non buone condizioni di salute del maestro 82enne (è del 1930), assistito affettuosamente dalla moglie Lina (era amico di don Tonino Bello, alla cui Fondazione ha donato la sua biblioteca: circa 5mila volumi) e che gli hanno impedito di mettersi in viaggio, è stata ritirata, nel corso di una toccante cerimonia, il 17 luglio 2012 dalla prof. Cristina Martinelli (uno dei suoi campi di ricerca come storica riguarda proprio le Scuole di Anders nel Salento). La data non era casuale: ricorreva infatti l’anniversario della liberazione della città marchigiana dai nazi-fascisti, ed è sede di uno dei quattro cimiteri polacchi sul suolo italiano dove riposano gli eroi che tanto sangue hanno versato per l’Italia, ispirati dal motto “Per la Vostra Libertà e la Nostra”.
Non è il primo riconoscimento: la sua antica amicizia col popolo polacco, nel 2005 gli aveva fatto meritare la medaglia “pro memoria” da parte della “Urzad do spraw kombatantow i osob represjono wanich” di Varsavia. E nel 2012. “Ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione della Repubblica di Polonia e della legge sulle medaglie d’onore e onorificenze – si legge nella lettera giunta dalla capitale polacca che accompagna la medaglia (foto) – con la decisione del Presidente della Repubblica di Polonia Bronislaw Komorowski, per meriti particolari della conoscenza sul ruolo dei soldati polacchi nella lotta per l’indipendenza dell’Italia e per il contributo nello sviluppo dell’amicizia italo-polacca, è stata conferita la Croce di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia al cittadino della Repubblica Italiana Antonio Caloro”. Varsavia, 24 maggio 2012.
L’Ordine (Order Zasługi Rzecypospolitej Polskiej) fu fondato a Varsavia il 10 aprile 1974 e ha cinque gradi di merito: Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Commendatore con Stella e infine Cavaliere di Gran Croce. Il maestro di Alessano è quindi stato insignito col terzo livello. “Uccio” è persona molto riservata e schiva: a questo è dovuto il ritardo della divulgazione della notizia. Sono stati i suoi amici più stretti, ex colleghi di insegnamento, a decidere di renderla pubblica, perché anche questi segni fanno crescere la cultura civile, che è cultura di fratellanza e di pace.
LECCE - Un’amicizia che dura da 70 anni. Fra un maestro elementare con esperienza di insegnamento anche all’estero (ora in pensione) e il popolo polacco. Erano i mesi del dopoguerra e i soldati del Generale Wladislaw Anders, al seguito delle truppe alleate, finita la guerra erano rimasti in un Salento rurale (molti si sposarono con le contadine dei paesi: da qui molti cognomi polacchi nella zona). Miseria, desolazione, paesi spopolati da guerra e immigrazione verso le terre ricche (le masserie di Metaponto, del Barese, del Tarantino per coltivare il tabacco, la vigna, il grano). Si viveva di fichi secchi, carrube, qualche manciata di legumi, pane nero e ulive, verdura spontanee. Con i Polacchi riapparvero generi quasi dimenticati. I soldati scambiavano, magari in cambio di amicizia o del nostro buon vino, zucchero, cioccolata, carne in scatola, ecc.
In questo scenario, ma al riparo dalla guerra civile, i Polacchi indugiarono ad Alessano (ma anche a Maglie, Matino e altri centri del Salento meridionale) per frequentare Scuole di formazione civile che preparassero quei giovani che la tragedia iniziata nel 1939 aveva privato di istruzione al risorgere della Patria. Mentre nel Nord si combatteva la guerra partigiana per scacciare dalla Storia fascisti e tedeschi, qui il generale Anders aveva istituito il primo liceo-ginnasio frequentato dagli ex combattenti a Montecassino, Ancona, Bologna.
Caloro era rimasto orfano di padre ad appena un anno e mezzo, era la madre a crescerlo: “Loro – aggiunge - frequentavano la scuola di mattina, gli altri scolari del paese di pomeriggio. Uno dei nostri argomenti di conversazione era il latino…”.
Nacque così un rapporto di stima fra due popoli che ancora dura, si è rafforzato col tempo, trasfigurato in un intenso interscambio culturale all’insegna del dialogo e del confronto. Caloro è stato impegnato anche in politica (area cattolica, Dc) a conferma del suo senso civico, finché non si è convinto che il suo civismo sarebbe stato più fertile se speso diversamente, nella studio, la ricerca, l’approfondimento, da raffinato cultore qual è di storia locale. Nella sua lunga carriera ha condotto numerose, significative ricerche apparse su riviste specifiche e miscellanee. Tra le sue pubblicazioni: “Guida di Leuca” (L’estremo Salento tra storia, arte e cultura), Congedo Editore, Galatina 1986; “Gli Alessanesi di Anders” (un liceo-ginnasio polacco in Alessano, ’45-’46, ricordi e testimonianze), Laborgraf, Tricase 1995; “I soprannomi alessanesi”, in Gerhard Rohlfs (Dizionario storico dei soprannomi salentini, Terra d’Otranto), Congedo, Galatina 1986. Particolarmente proficua l’attività di traduttore dal francese dei saggi del bizantinista André Jacob e dello storico Jean-Marie Martin.
Dopo la caduta del Muro di Berlino è stato possibile riprendere i fili della vecchia amicizia: con una delegazione di Alessanesi il maestro è stato in Polonia nel maggio del 1992 e nel maggio 1996 a incontrare quegli studenti-soldato che orgogliosamente avevano continuato a chiamarsi tra di loro “Alessanesi di Anders”. Intanto, nel 1995 ad Alessano è arrivato un gruppo di ex soldati polacchi. Ma in questi ultimi anni ne sono venuti tanti alla spicciolata. Poi, maggio 2000, è andato in Gran Bretagna, dove vive un significativo numero di ex soldati non rientrati in patria dopo la guerra, perché il regime comunista considerava il Generale Anders alla stregua di un fascista, e con lui tutto il II Corpo d’Armata.
Non è il primo riconoscimento: la sua antica amicizia col popolo polacco, nel 2005 gli aveva fatto meritare la medaglia “pro memoria” da parte della “Urzad do spraw kombatantow i osob represjono wanich” di Varsavia. E nel 2012. “Ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione della Repubblica di Polonia e della legge sulle medaglie d’onore e onorificenze – si legge nella lettera giunta dalla capitale polacca che accompagna la medaglia (foto) – con la decisione del Presidente della Repubblica di Polonia Bronislaw Komorowski, per meriti particolari della conoscenza sul ruolo dei soldati polacchi nella lotta per l’indipendenza dell’Italia e per il contributo nello sviluppo dell’amicizia italo-polacca, è stata conferita la Croce di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia al cittadino della Repubblica Italiana Antonio Caloro”. Varsavia, 24 maggio 2012.
L’Ordine (Order Zasługi Rzecypospolitej Polskiej) fu fondato a Varsavia il 10 aprile 1974 e ha cinque gradi di merito: Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Commendatore con Stella e infine Cavaliere di Gran Croce. Il maestro di Alessano è quindi stato insignito col terzo livello. “Uccio” è persona molto riservata e schiva: a questo è dovuto il ritardo della divulgazione della notizia. Sono stati i suoi amici più stretti, ex colleghi di insegnamento, a decidere di renderla pubblica, perché anche questi segni fanno crescere la cultura civile, che è cultura di fratellanza e di pace.