PUNTO E A CAPO / Scalfarotto-D'Alema, 50-30: come cambia il Pd nell'era Renzi

di Giuliano Gasparotti - A Foggia, in Puglia, si è consumata la sfida di maggiore rilievo nel corso di queste primarie 2013 del Partito Democratico. Vinta da Ivan Scalfarotto che sfiorando il 50% dei consensi ha battuto Massimo D'Alema, uomo simbolo della sinistra della II Repubblica, già Premier e più volte Ministro che si è attestato poco sotto il 30% dei consensi. Sono stati due mondi che si sfidavano, due modi di concepire la politica, i suoi metodi, i suoi contenuti. L'innovazione contro la tradizione. “Senza essere stata né cooptata, né invitata, cosa inusuale per l'Italia, una nuova generazione ha preso il Pd. Oltre all'exploit di Renzi, con il buon risultato di Civati, si supera l'80% dei consensi.

Io e Renzi alla Leopolda 2012
"In un Paese normale dovrebbe essere fisiologico", commenta Ivan Scalfarotto ad urne chiuse. Finisce l'epoca degli eredi del Pci ed infatti, nonostante le costanti polemiche che lo circondano, il Pd ha saputo dimostrare tutta la sua vitalità superando la fusione a freddo di due apparati morenti. Basta, d'altronde, leggere il libro “Contro i perpetui”, per rendersi conto della cifra dell'impegno politico dell'amico e compagno di tante battaglie, Ivan Scalfarotto che aveva sfidato la premiership di Romano Prodi ed altri nel 2005. Preparato, pragmatico, in prima linea nelle battaglie per i diritti civili, è diventato deputato pugliese democrat ed impegnato al fianco di Matteo Renzi per rinnovare il Pd e la politica italiana. Tutto l'opposto di Massimo D'Alema che ha rappresentato e rappresenta quell'anima della sinistra tradizionale, socialdemocratica, fatta di impegni istituzionali e devozione verso “il” partito, di tradizione post-comunista.

E' la sintesi di quanto accaduto solo poche ore fa durante delle consultazioni che hanno celebrato la vittoria di Matteo Renzi, uomo lontano dall'apparato, dalle liturgie e dalle modalità di fare politica che appartengono ad una tradizione consegnata alla Storia. Le esigenze di cambiamento sono forti nella società italiana e l'elettorato mai come oggi è mobile e volubile. Una delle principali chiavi di interpretazione sta proprio nella contrapposizione tra statico e dinamico, ovvero tra chi ha sempre considerato la società italiana dagli immutabili blocchi contrapposti tra destre e sinistre e chi invece comprende come gli umori elettorali si spostano e si conquistano a seconda della capacità di proporre una soluzione ad un malessere profondamente radicato. La sfida più difficile di Renzi starà nella capacità di leggere l'Italia vera della crisi e darle una prospettiva di speranza. Con Letta a Palazzo Chigi ed un panorama politico estremamente cambiato in un solo anno, con  Grillo stabilizzatosi intorno al 20%, la sfida non appare semplice.

Rispetto al 2012, infatti, le primarie sebbene abbiamo mantenuto un'alta partecipazione, non hanno messo le ali al Pd: centrodestra e centrosinistra sono pari al 33%, mentre un anno fa il Pd balzò dal 26% al 34% in pochi giorni. Segnali non trascurabili anche perché oltre la rottamazione, oramai avvenuta, occorrere rimettere in sesto il Paese e farlo correre. Un'Agenda per l'Italia che coaguli oltre al Pd le migliori energie di tutte le forze politiche innovatrici, inclusa Scelta civica ovviamente, potrebbe essere lo strumento vincente per costruire una maggioranza unita dalle idee prima ancora che dalle persone, frutto non di accordi di vertice ma in primo luogo comune sentire nel Paese, tra i cittadini, stanchi, che vogliono cambiare decisamente pagina.

BIOGRAFIA - Giuliano Gasparotti, giurista, si occupa attualmente di privacy e diritti della persona per Regione Toscana dopo aver a lungo approfondito i temi dell'amministrazione digitale, società dell'informazione e della comunicazione, degli aspetti giuridici del documento elettronico, dell'organizzazione del lavoro pubblico. Dopo la Scuola di formazione politica Ulibo di Prodi, ha approfondito per il Pd i temi della creatività, dei diritti civili, della innovazione, dello sviluppo competitivo dei territori e dell’economia della conoscenza, della cultura contemporanea e della identità politica postmoderna. Ideatore e fondatore delle Officine Democratiche (che raccoglie i “meccanici” ovvero coloro che lavorano per sanare la frattura tra politica e società) di cui è attualmente Presidente onorario è stato coordinatore fiorentino per i DS, prima, e per il PD, poi, ed è tra gli estensori delle proposte sulla laicità ed i diritti civili per il programma di candidatura di Matteo Renzi alle Primarie 2012. Candidato “rottamatore” con l'ex Premier Mario Monti, è parte del Coordinamento politico toscano ed è Responsabile nazionale Area Diritti Civili di Scelta Civica per l'Italia.




Nuova Vecchia

Modulo di contatto