Catturato serial killer in fuga. Azione disciplinare per direttore carcere (VIDEO)

Bartolomeo Gagliano
ROMA - Beffato da un autovelox. E' stato catturato cosi' Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso durante un permesso premio dal carcere di Genova. Gagliano e' stato catturato a Mentone, in Francia, non distante dal confine con l'Italia "dalle autorita' francesi" come ha riferito il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce. A tradire Gagliano e' stata la targa dell'auto usata per fuggire. La Panda Van rapinata al panettiere di Savona e' stata registrata dal sistema video della frontiera autostradale di Ventimiglia. Gli inquirenti italiani (pmAlberto Landolfi e aggiuntoVincenzo Scolastico del gruppo Criminalita' organizzata della procura di Genova) hanno chiesto e ottenuto un mandato di cattura internazionale. Le autorita' francesi stamani hanno rintracciato la vettura a Mentone, poi anche lui. Ora le autorita' italiane sono in attesa dell'estradizione.

"Evviva, evviva! Li hanno catturati entrambi", e' stato il commento del Guardasigilli durante un'audizione in Commissione Giustizia Annamaria Cancellieri.

LA POLEMICA - Scoppia la polemica sul caso del serial killer fuggito in Liguria, poi catturato in Francia. Sia il magistrato di sorveglianza che il carcere erano a conoscenza dell'ampio curriculum criminale di Bartolomeo Gagliano, il serial killer non rientrato nel carcere di Genova dopo un permesso premio.
Così il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, riferendo alla Camera sulla vicenda.

"Dico questo - ha sottolineato il ministro - per sgombrare il campo dagli equivoci sorti dopo le prime dichiarazioni del direttore del carcere di Marassi che sembrava sostenere che il carcere non aveva conoscenza della storia criminale del detenuto, cosa smentita dalla corrispondenza intercorsa tra la direzione del carcere e la magistratura di sorveglianza".

Il giudice di sorveglianza "ha concesso il permesso sulla base di tutti gli elementi di conoscenza che erano necessari al fine di adottare quella delicata decisione, stando alle risultanze sin ad ora acquisite". "Non è da un singolo episodio che si possono trarre conclusioni affrettate ed emotive su istituti irrinunciabili per l'attuazione del principio costituzionale della rieducazione della pena", ha affermato il Guardasigilli.

Intanto il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha avviato un'azione disciplinare nei confronti del Direttore della casa circondariale di Marassi "in relazione alle inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa" riguardo all'evasione del detenuto Bartolomeo Gagliano. Lo ha reso noto lo stesso Dipartimento.
IL DIRETTORE, NON SAPEVO TUTTO - "Conoscevo i precedenti di Gagliano? Avevo una informativa generica. Abbiamo rispettato la legge, è successo l'imponderabile. Il passato di Gagliano non doveva contare". Lo ha detto Salvatore Mazzeo, il direttore del carcere di Marassi dove il serial killer Bartolomeo Gagliano non è rientrato dopo un permesso, a Radio 24. "Penso che Gagliano stia pensando di costituirsi, non credo che andrà all'estero. Se non si costituirà presto sarà preso", ha detto il direttore. "Noi abbiamo fatto tutto il necessario, quello che è successo è imponderabile. Certo, non posso dire che non sono dispiaciuto perché è un fallimento quando un detenuto evade. Come è un fallimento quando una persona muore in carcere. Cosa sarebbe accaduto se Gagliano, che ha un fine pena di un anno, si fosse impiccato in carcere perché non aveva una speranza di uscire. Io avevo espresso un parere favorevole per un permesso orario, di qualche ora, con accompagnamento. Ma il giudice ha deciso diversamente. Anche il precedente permesso era stato di alcune ore, era stato accompagnato dal cappellano, che in quell'occasione riferì di un comportamento 'esemplare' del Gagliano", ha aggiunto Mazzeo. "Conoscevo il pregresso di Gagliano - ha detto Mazzeo - ma il permesso riguardava il motivo per il quale il detenuto si trovava in quel momento in carcere: era una pena da scontare di 11 anni per rapina e reati contro il patrimonio. Io ho dato un parere su quella condanna. I fatti pregressi non dovevano rientrare nella mia relazione comportamentale. Così quando mi è stato detto che era un serial killer io ho risposto: 'chi l'ha detto che è un serial killer?' Io conosco i precedenti del detenuto, ma non conosco tutti i dati giudiziali. L'informativa che fa riferimento ai precedenti era generica".