Le magiche cronache di Bisellia
di Francesco Brescia – È un paese, Bisellia, in cui curiosi accadimenti trovan pieno sbocco, dove sorridere, non divertìti, ma amareggiati, può risultare un’azione quotidiana, un agire consueto fino a non accorgersene più, fino a dare per scontato, naturale, quasi ovvio il curioso accadimento.
Può accadere a Bisellia che vi siano, e sempre più ve ne emergono, associazioni di idee, o meglio, di persone che creano, ideano, organizzano e convogliano pubblica pecunia rendendo sempre più gonfi di smania personale signorotti dall’aria e dal vezzo medievale.
Uno in particolare detiene il controllo, direttamente o intellettualmente (con abile savoir faire), di numerose di queste associazioni che, ribadisco, o sotto il suo controllo o a lui genuflesse, vantansi di detenere l’etichetta del ‘fare cultura’ in città .
Altre associazioni, folli, indefesse ma folli, resistono.
Ultime roccaforti di libertà da signorotti plenipotenziari.
Cà pita, a Bisellia, che, così come avviene, subdolamente, a livelli più alti, ci siano anche di quelli che non gradiscono la costanza, ma preferiscono interrompere un’azione amministrativa, opinabile o meno, per tentare la fortuna.
Come si fa col banco lotto.
La fortuna di spodestare il primus per far proprio il comodo scranno.
E così, a Bisellia, un capriccio politico frena, ferma la giostra.
Si, la giostra. Perché a Bisellia chi sta sulla giostra non conosce o poco conosce la condizione reale di chi sulla giostra non è salito, non sale, non salirà mai.
A Bisellia i consiglieri ben s’adoprano per apprendere le novelle guise di comunicazione e su queste ultime bisticcian come fanno i pargoli ‘su la piazzola in frotta’. Il problema è che non ‘fanno un lieto romore’, anzi, son fastidiosi, irritanti. Come quegli amici che ieri erano commensali ed oggi giocan il ruolo dei contendenti. Domani chissà .
Ma sulla giostra, si sa, ora si sta sulla paperella, diman sul cavalluccio.
Intanto i vincitori han minestra, gli oppositori, quasi sopìti, son fermi un turno. O due. O tre.
Tutto è una sorpresa a Bisellia. Meglio: quasi tutto.
Non è dato saper con anticipo, a Bisellia, se in una data stagione avverranno danze e balli, giochi equestri o canzonette. Programmare stanca, programmare è per stakanovisti grigi e burocrati.
Il fascino della sorpresa a Bisellia è di casa.
Tu, guardia che sorvegli il suolo e le dinamiche municipali, a Bisellia, puoi.
Puoi condurre il tuo abitacolo comunicando, senza sicurezza, calendoti poco o nulla del pedone che, ligio, traversa sull’apposita zona di zebra dipinta.
Puoi farlo. E puoi anche ammonire con aria di baldanza.
Ne nasce una per partorirne poi due. O tre.
Si, di associazioni.
A Bisellia è così.
Ci uniamo, condividiamo, ma se poi non tocca a me favellare e ostentare l’intera mia sapienza, se mi tocca porre lumi sull’unione piuttosto che sull’individualità , strade separate e “Addio ai monti”.
Manzoni piange ogni dì mirando ‘gli infiniti spazi’ di Bisellia.
I biselliesi, poi, si nutron, senza sosta, di sapere.
Bramano di sapere.
E ve ne sono, a Bisellia, di numerosi che soddisfano tale ardore.
Informano, scrivono, comunicano.
Nel merito delle modalità , chi siamo noi per entrare?
Ma informano.
Su ciò che vogliono, ahimé, non sempre su ciò che accade. Ma su ciò che vogliono e su ciò cui sono indirizzati dai signorotti di cui sopra. Uomini dall’abile favella, dal mirabile percorso politico, dalla vivace bramosità , urgente e mai doma, di ripicca verso il competitore.
Spesso assoldati gli informatori, altre volte, semplicemente e con fare puerile, son solo mossi da personali, meste, immedicabili, comprensibili repressioni.
Medagliati i biselliesi nella pratica del lamento. Dell’insoddisfazione. Dell’additare.
Mai è, per i biselliesi, colpa del biselliese stesso.
Cagion del mal vezzo, della sudicia e bieca tenuta di viali e viuzze, è sempre l’altro.
L’altro può essere molto spesso il primus, o il viciniore, o il parente, o l’avversario.
Cagion di incuria e disattenzione mai è chi agisce oprando male e a sfavore del natìo suolo.
Cagione è, senza motivo di dubitazione, l’altro.
Leggerete, forse sì, oh voi che seguite il presente testo, un guizzo d’accecante invidia nelle espressioni usate.
Non v’è, v’assicuro.
Vi dico, invece, che invidiar tali accadimenti o i protagonisti degli accadimenti narrati è futile.
Invidiar non serve all’uopo.
Accrescerebbe, al contrario, la tronfia vena vanagloriosa dei burattinai e dei burattini.
Quel che cale allo scrivente è aver potuto raccontare una sparuta e minuta parte delle magiche cronache di Bisellia.
Può accadere a Bisellia che vi siano, e sempre più ve ne emergono, associazioni di idee, o meglio, di persone che creano, ideano, organizzano e convogliano pubblica pecunia rendendo sempre più gonfi di smania personale signorotti dall’aria e dal vezzo medievale.
Uno in particolare detiene il controllo, direttamente o intellettualmente (con abile savoir faire), di numerose di queste associazioni che, ribadisco, o sotto il suo controllo o a lui genuflesse, vantansi di detenere l’etichetta del ‘fare cultura’ in città .
Altre associazioni, folli, indefesse ma folli, resistono.
Ultime roccaforti di libertà da signorotti plenipotenziari.
Cà pita, a Bisellia, che, così come avviene, subdolamente, a livelli più alti, ci siano anche di quelli che non gradiscono la costanza, ma preferiscono interrompere un’azione amministrativa, opinabile o meno, per tentare la fortuna.
Come si fa col banco lotto.
La fortuna di spodestare il primus per far proprio il comodo scranno.
E così, a Bisellia, un capriccio politico frena, ferma la giostra.
Si, la giostra. Perché a Bisellia chi sta sulla giostra non conosce o poco conosce la condizione reale di chi sulla giostra non è salito, non sale, non salirà mai.
A Bisellia i consiglieri ben s’adoprano per apprendere le novelle guise di comunicazione e su queste ultime bisticcian come fanno i pargoli ‘su la piazzola in frotta’. Il problema è che non ‘fanno un lieto romore’, anzi, son fastidiosi, irritanti. Come quegli amici che ieri erano commensali ed oggi giocan il ruolo dei contendenti. Domani chissà .
Ma sulla giostra, si sa, ora si sta sulla paperella, diman sul cavalluccio.
Intanto i vincitori han minestra, gli oppositori, quasi sopìti, son fermi un turno. O due. O tre.
Tutto è una sorpresa a Bisellia. Meglio: quasi tutto.
Non è dato saper con anticipo, a Bisellia, se in una data stagione avverranno danze e balli, giochi equestri o canzonette. Programmare stanca, programmare è per stakanovisti grigi e burocrati.
Il fascino della sorpresa a Bisellia è di casa.
Tu, guardia che sorvegli il suolo e le dinamiche municipali, a Bisellia, puoi.
Puoi condurre il tuo abitacolo comunicando, senza sicurezza, calendoti poco o nulla del pedone che, ligio, traversa sull’apposita zona di zebra dipinta.
Puoi farlo. E puoi anche ammonire con aria di baldanza.
Ne nasce una per partorirne poi due. O tre.
Si, di associazioni.
A Bisellia è così.
Ci uniamo, condividiamo, ma se poi non tocca a me favellare e ostentare l’intera mia sapienza, se mi tocca porre lumi sull’unione piuttosto che sull’individualità , strade separate e “Addio ai monti”.
Manzoni piange ogni dì mirando ‘gli infiniti spazi’ di Bisellia.
I biselliesi, poi, si nutron, senza sosta, di sapere.
Bramano di sapere.
E ve ne sono, a Bisellia, di numerosi che soddisfano tale ardore.
Informano, scrivono, comunicano.
Nel merito delle modalità , chi siamo noi per entrare?
Ma informano.
Su ciò che vogliono, ahimé, non sempre su ciò che accade. Ma su ciò che vogliono e su ciò cui sono indirizzati dai signorotti di cui sopra. Uomini dall’abile favella, dal mirabile percorso politico, dalla vivace bramosità , urgente e mai doma, di ripicca verso il competitore.
Spesso assoldati gli informatori, altre volte, semplicemente e con fare puerile, son solo mossi da personali, meste, immedicabili, comprensibili repressioni.
Medagliati i biselliesi nella pratica del lamento. Dell’insoddisfazione. Dell’additare.
Mai è, per i biselliesi, colpa del biselliese stesso.
Cagion del mal vezzo, della sudicia e bieca tenuta di viali e viuzze, è sempre l’altro.
L’altro può essere molto spesso il primus, o il viciniore, o il parente, o l’avversario.
Cagion di incuria e disattenzione mai è chi agisce oprando male e a sfavore del natìo suolo.
Cagione è, senza motivo di dubitazione, l’altro.
Leggerete, forse sì, oh voi che seguite il presente testo, un guizzo d’accecante invidia nelle espressioni usate.
Non v’è, v’assicuro.
Vi dico, invece, che invidiar tali accadimenti o i protagonisti degli accadimenti narrati è futile.
Invidiar non serve all’uopo.
Accrescerebbe, al contrario, la tronfia vena vanagloriosa dei burattinai e dei burattini.
Quel che cale allo scrivente è aver potuto raccontare una sparuta e minuta parte delle magiche cronache di Bisellia.

ma non potevi scrivere in italiano moderno?
RispondiEliminaAnonimo caro, la prossima volta sarai accontentato/o e scusami se ti ho tediato/a.
Eliminauggs on sale, ugg australia, ugg boots, christian louboutin, discount nike jordans, discount christian louboutin, christian louboutin shoes, ugg, wholesale jordan shoes, cheap christian louboutin, christian louboutin remise 50%, ugg soldes, cheap nike jordan shoes, cheap jordans , Cheap Louis Vuitton Handbags, ugg pas cher, Christian Louboutin Daffodile, Bags Louis Vuitton, Discount Louis Vuitton, Cheap LV Handbags, Air Jordan 11 Gamma Blue, Discount LV Handbags, Christian Louboutin Bois Dore, uggs outlet
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