Losappio: “I precari responsabili della propria precarietà?”
BARI - “La precarizzazione dei rapporti di lavoro nella pubblica amministrazione, dai Ministeri romani ai più piccoli Comuni, non è figlia del nepotismo e del piccolo clientelismo ma conseguenza ben più grave e preoccupante delle scelte dello Stato negli ultimi 20 anni, finalizzate a piegare le Amministrazioni pubbliche nel loro funzionamento impedendo con un reticolo di norme, di patti, di camicie di forza l’arruolamento stabile del personale da sostituire con lavoro ‘sporco’, cioè con le più diverse forme di precariato.
Non causalmente, perciò, quando il Parlamento lo ha consentito le Amministrazioni (ultima la Regione Piemonte) hanno proceduto a risarcire quei lavoratori discriminati e maltrattati attraverso procedure di stabilizzazione aventi come atto fondativo le procedure di selezione pubblica (avvisi) esplicate nell’arruolamento dei precari.
È dunque inaccettabile la trasformazione dei precari in privilegiati, delle vittime in carnefici, quando è la pubblica amministrazione ad aver costruito questo orribile ‘status’ che contraddistingue questa generazione segnando ancora più vistosamente il declino del Paese.
Anche la Regione Puglia ha un debito etico e contrattuale verso i propri dipendenti precari, così come più volte è stato riconosciuto dal Presidente Vendola negli apprezzamenti per il lavoro svolto, ad esempio ma non solo, sui fondi europei.
Per questo siamo convinti che la procedura concorsuale deliberata dalla Giunta per irrobustire l’apparato dell’Istituzione non potrà essere praticata come sconfessione, indifferenza o ritorsione verso quella generazione la cui unica responsabilità e di essere arrivata nel mercato del lavoro quando il liberismo ha trasformato il posto fisso in un miraggio.
Attendiamo perciò parole, atti, fatti”.
A riferirlo in una nota il Presidente del Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio.
Non causalmente, perciò, quando il Parlamento lo ha consentito le Amministrazioni (ultima la Regione Piemonte) hanno proceduto a risarcire quei lavoratori discriminati e maltrattati attraverso procedure di stabilizzazione aventi come atto fondativo le procedure di selezione pubblica (avvisi) esplicate nell’arruolamento dei precari.
È dunque inaccettabile la trasformazione dei precari in privilegiati, delle vittime in carnefici, quando è la pubblica amministrazione ad aver costruito questo orribile ‘status’ che contraddistingue questa generazione segnando ancora più vistosamente il declino del Paese.
Anche la Regione Puglia ha un debito etico e contrattuale verso i propri dipendenti precari, così come più volte è stato riconosciuto dal Presidente Vendola negli apprezzamenti per il lavoro svolto, ad esempio ma non solo, sui fondi europei.
Per questo siamo convinti che la procedura concorsuale deliberata dalla Giunta per irrobustire l’apparato dell’Istituzione non potrà essere praticata come sconfessione, indifferenza o ritorsione verso quella generazione la cui unica responsabilità e di essere arrivata nel mercato del lavoro quando il liberismo ha trasformato il posto fisso in un miraggio.
Attendiamo perciò parole, atti, fatti”.
A riferirlo in una nota il Presidente del Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio.
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