Lecce, canali di bonifica delle marine: "Si rischia di tornare ai tempi della malaria"

LECCE - Sono passati più di 70 anni da quando Mussolini, nel corso del suo Ventennio, con le Bonifiche in Terra d’Otranto a cura dell’Opera Nazionale per i Combattenti riuscì a strappare il litorale leccese alla malaria e alle paludi attraverso imponenti opere idrauliche consistenti in canali collettori con sbocco al mare, eseguendo colmate e realizzando bacini a marea. Adesso Regione Puglia e Consorzio di Bonifica stanno per restituire un’area ad altissima vocazione turistico-naturalistica come il litorale del Comune di Lecce al degrado e al caos. E’ un atto d’accusa quello lanciato dall’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido: “Il Presidente Vendola si metta una mano sulla coscienza: un’altra estate sta per arrivare e la situazione è sempre la stessa, ma a quanto pare a Bari, nell’ultimo anno, hanno avuto altro a cui pensare, qualcosa di più importante forse”.

Tutti i canali di bonifica, in particolare quelli insistenti sulla marina di Torre Chianca e zone limitrofe, rischiano, com’è noto, da oltre un anno, il ristagnamento delle acque con gravi conseguenze anche di carattere idrogeologico. Il Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi, l’istituzione regionale di autogoverno preposta alla manutenzione delle opere di bonifica, avrebbe dovuto intervenire per la rimozione dei detriti che ostruiscono le foci dei canali, ma ciò, nonostante le varie segnalazioni dell’Asl, i solleciti e gli appelli dell’Ufficio Ambiente, i richiami formali dell’Assessore Guido, una gara d’appalto espletata, un’aggiudicazione dei lavori e il coinvolgimento del Prefetto, non è ancora avvenuto e la situazione si avvia verso ulteriore peggioramento.

“Gli anziani, rievocando i tempi passati – continua l’assessore Guido - fanno spesso riferimento alla sconfinata distesa di acqua stagnante che si veniva a creare lungo la costa, all’impossibilità di soggiornare in quei luoghi a causa dell’infezione malarica e di coltivare la terra perché sommersa dagli stagni fetidi e al difficile cammino da intraprendere per recarsi in quelle zone, viste le  asperità del paesaggio e la mancanza di vere strade. Ora, grazie all’indifferenza di Vendola e del Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi il rischio è che l’intera area risprofondi in quella situazione. Gli interventi hanno carattere d’urgenza in quanto il perdurare dello stato dei canali e delle relative foci, così come accaduto negli anni precedenti, provoca, a causa delle piogge invernali, problemi di drenaggio delle acque piovane che traboccano dagli alvei invadendo le strade limitrofe”.

L’assessore Guido fa riferimento anche all’aspetto igienico sanitario. La vegetazione spontanea presente, in concomitanza con il ristagno delle acque, infatti, potrebbe causare fenomeni putrefattivi e, con l’arrivo della bella stagione, innescare focolai di infestazione di insetti alati come mosche e zanzare, vettori di malattie infettive con riflesso sulla salute degli abitanti che, nel periodo estivo, risiedono numerosi. Senza contare poi le problematiche connesse all’incolumità e alla sicurezza dei cittadini. I canali, completamente nascosti dalla vegetazione infestante, infatti, sono un pericolo enorme. Tutti ricorderanno l’episodio della scorsa estate quando, a causa dei sedimenti depositati e mai rimossi, gli arti di un cavallo caduto durante una passeggiata, rimasero praticamente immobilizzati tra il fango e i detriti di uno degli argini, mentre il fantino, a causa della caduta dell’animale, si ritrovò catapultato a diversi metri di distanza.

“E’ da oltre un anno che cerco di richiamare ai propri doveri istituzionali e amministrativi Consorzio e Regione Puglia – ha concluso l’assessore Guido - la disattenzione e il menefreghismo dimostrati ormai sono ingiustificabili e qualcuno dovrà rendere conto di questa perpetrata strafottenza. La situazione è diventata insostenibile, la Regione, il Consorzio e il Presidente Vendola non possono sfuggire alle loro responsabilità: per quanto tempo ancora hanno intenzione di far finta di nulla?”.