Nella casa-cella dell’ipovedente, in visita anche la Digeronimo e Cornaro
BARI - Una storia che fa male a Bari. Stamani si è potuto constatare personalmente le condizioni in cui è chiamato a vivere Angelo Capriati, ipovedente, al quale il Comune ha assegnato un alloggio popolare con il decreto n.5/2014 (Prot. n. 33727/II/I). Ci si è ritrovati questa mattina a casa dell’uomo, in strada Santa Chiara, 15 a Bari Vecchia. Ed è balzato subito agli occhi di chi ha visto, che quella assegnatagli dopo 12 anni di attesa, più che una casa, è una cella.Si tratta infatti di un monolocale di circa 5mt x 4mt, con evidenti barriere architettoniche e un bagno senza bidet e senza doccia. L’iniziativa lanciata da Donato Cippone, candidato al consiglio comunale di Bari con Desiree Digeronimo sindaco, ha smosso le coscienze e la sensibilità di tanti. Anche di due candidati alla poltrona di primo cittadino del capoluogo pugliese. Oltre alla Digeronimo, ha preso parte alla visita anche Marco Cornaro. Unanime lo sgomento dei due dinanzi a questa situazione. “Questa amministrazione – ha dichiarato la Digeronimo – non ha previsto per tempo le misure idonee per scongiurare l’emergenza abitativa in atto, oggi peraltro aggravata da una situazione di crisi economica, e quando ha fornito risposte, le ha date in maniera inadeguata, dimenticando i diritti delle persone, i loro bisogni. Persone che – aggiunge – non hanno bisogno di un tetto, ma di una casa, con servizi, qualcosa che sia dignitoso per l’essere umano. Tra l’altro – conclude- questo non è neanche l’unico caso. Ce ne sono altri disseminati per la città”. Sulla stessa scia anche l’intervento di Cornaro.
“Questa è una gravissima disattenzione del Comune – ha dichiarato- una distrazione non perdonabile. Tutto ciò è clamoroso. Questa mattina ho tenuto a partecipare a questa manifestazione, con la mia personale testimonianza. Sono disposto – ha concluso- a sottoscrivere tutte quelle iniziative che si metteranno in atto per cercare di risolvere il problema”. Tra l’altro la questione può prendere anche una piega giudiziaria. “Si tratta – ha riferito Cippone dopo aver parlato con Franco Diomede, presidente Aistom- di una palese violazione della convezione delle nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità. In un possibile contenzioso, la pubblica amministrazione barese ne uscirebbe penalizzata”.