Alemanno (intervista), 'Renzi? Tanta battage ma sinora solo gli 80 euro'

di Alex Nardelli - Intervista al candidato alle Europee per Fdi-An, ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

D: Alemanno, preoccupato per queste elezioni che la vedono in corsa per il Parlamento Europeo nella Circoscrizione Sud con la lista Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale?
R: Assolutamente no. Sono, anzi, entusiasta. Ogni giorno incontro sul territorio donne e uomini che vengono da tradizione politica e cultura di destra e tanti giovani che fondano circoli di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionali e che cosi iniziano la loro formazione politica. Soprattutto vedo una grande attenzione da parte del popolo italiano; noi copriamo una parte di destra che non è occupata da nessuno, il nostro spazio naturale.

D: Cos'è per lei la politica?
R: Per me la politica è innanzitutto impegno civile, militanza e passione per tutto quello che appartiene al mio popolo e alla Nazione.

D: Quali sono stati i suoi punti di riferimento politici che l'hanno aiutata a formarsi?
R: Tante persone, innanzi tutto i leader del Msi come Giorgio Almirante e Pino Rauti. Poi con Alleanza Nazionale c'è stato un periodo di collaborazione con Gianfranco Fini, fino a quando quest'ultimo non ha deciso di spostarsi verso il centro.

D: Politicamente al momento c'è una nuova leva nella quale rivede lei da giovane?
R: Innanzitutto una leader di 37 anni, 2 anni più giovane di Matteo Renzi, una donna, Giorgia Meloni, che è un punto di riferimento per le nuove generazioni e una grande speranza per l'Italia. Io credo che nel nostro partito in questo momento si stiano aggregando insieme generazioni politiche diverse, ciascuno dà il suo apporto: valgono per tutti idee e merito. Ci sono giovani, persone mature, anziani: le unisce il simbolum che non a caso significa etimologicamente "ciò che unisce" che contiene appunto la Fiamma Tricolore che è tornata e ci rende riconoscibili tra la gente.

D: Silvio Berlusconi ultimamente ha rilanciato la teoria di un complotto nei suoi confronti nel 2011, teoria avallata anche dalle dichiarazioni di Tim Geithner, ex segretario del tesoro americano. Lei cosa ne pensa in merito?
R: Io penso che in quei giorni, in quelle settimane ci fu una forte pressione internazionale per rendere ancora più difficile quella che era la vita del governo Berlusconi: una volontà molto forte di giocare sulla pelle dell'Italia, pur di mettere in difficoltà il governo.

D: A proposito del governo Renzi, qual è il suo giudizio complessivo su quanto fatto finora?
R: Siamo di fronte ad un'attività declamatoria molto forte, una martellante attività di comunicazione, con risultati modesti. L'unico risultato portato a casa, quello degli 80 euro, ha 2 vulnus fondamentali, anzi 3:
1) Vengono erogati a chi ha già uno stipendio. Non riguardano i pensionati e le persone senza lavoro.
2) Il 60 % di questi 80 euro è finanziato con nuove tasse. Si mettono soldi in una tasca togliendoli dall'altra.
3) Terzo problema ancor più grave è che si tratta di soldi e risorse una tantum. Per quest'anno ci sono, per l'altro anno non ci sono. E'probabile che già l'anno prossimo avremo la difficoltà ad avere la continuità di questo provvedimento. Certo non incide sull'economia: nel primo trimestre dell'era Renzi il Pil è sceso. Presagio che l'Italia con lui non cambia verso.

D: Invece, della scelta di Matteo Renzi riguardo alla riapertura delle inchieste sulle stragi di Stato cosa ne pensa?
R: Alla fine si è capito che non toglie nessun segreto di Stato: aspettiamo di vedere i risultati. Sono sempre e comunque favorevole a iniziative serie per fare verità.

D: Alemanno, se lei verrà eletto, cos'ha intenzione di fare?
R: Mi batto per la radicale revisione del patto di stabilità e del fiscal compact che strangoleranno famiglie e imprese. Il FC con un taglio di 50 miliardi l'anno per 20 anni è un colpo mortale specie per il popolo meridionale. Se non saranno cambiati questi trattati-capestro, meglio uscire dall'euro. Altra mia priorità è l'utilizzo dei fondi strutturali europei: occorrono grandi progetti governati da un'Agenzia dello Sviluppo delle Regioni. Contestualmente dobbiamo negoziare con Bruxelles  una fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno d'Italia e in particolare per le imprese che investono e assumono. Infine vorrei continuare l'opera a favore di un Made in Italy agroalimentare di qualità.