Tutti contro Beppe

Dopo la tv il premier Renzi passa alla radio, in quest'ultimo scampolo di campagna elettorale prima del voto delle europee: "Bisogna che in Europa si mandi gente competente, non abbiamo bisogno di pagliacciate al parlamento europeo, non abbiamo bisogno di salire sul tetto" ha detto il premier in un'intervista telefonica a Rtl.

Il target è sempre Beppe Grillo: "L'Italia merita di più degli insulti e dei vaffa, alla gente che si alza ogni mattina e va a  lavorare io ho il dovere di dare una risposta e la risposta non può essere l'insulto ma il cambiamento". Eppure, nonostante il voto europeo appaia a tutti (premier compreso) un test sui primi cento giorni di governo Renzi, il presidente del Consiglio ci tiene a distinguere le due cose, esito delle elezioni e futuro del suo esecutivo: "Da lunedì non cambia niente per il governo, la composizione del Parlamento resta tale e quale a ora, invece cambia l'Europa".

Silvio Berlusconi è di nuovo in tv in mattinata e non risparmia nuove bordate al MoVimento: dopo l'intervista con Enrico Mentana, il leader di Forza Italia è ospite di Agorà, su Raitre. "Davanti a noi c'è il pericolo di un autoritarismo di Grillo o di Casaleggio. Questo tipo di autoritarismo - ha aggiunto - nasce quando un Paese è in crisi economica, quando la povertà e la disoccupazione aumentano e quando le regole della democrazia non sono più pacifiche". Berlusconi è ritornato sulla propria affermazione secondo la quale Grillo parla come Hitler: "Hitler diceva 'siamo in crisi perché dentro di noi ci sono dei nemici da eliminare, gli ebrei'; Grillo dice la stessa cosa, 'eliminiamo il Parlamento e facciamo dei processi politici in piazza a imprenditori, ai giornalisti e ai politici".

Un giudizio aspro l'ex premier lo riserva anche a Renzi: "Quando dice 'Grillo e il Cavaliere fanno tristezza, si insultano, io governo' è la solita mania di non dire la verità, che ha preso anche Renzi che non è nato comunista ma adesso è in mano dei comunisti".

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