Brasile, buona la prima: battuta la Croazia 3 a 1, doppietta di Neymar

di Andrea Stano - Sono le ore 17 a San Paolo dove all’Arena Corinthians va in scena la partita inaugurale dei Mondiali 2014: Brasile-Croazia finisce 3 a 1 per i verdeoro che vincono anche grazie ad un rigore assegnato più che generosamente.

Un poetico lancio delle colombe fa da preludio al match che vede le squadre schierate specularmene.

Brasile in campo con gli undici titolari mentre Kovac, l’allenatore della Croazia, deve rinunciare al terzino Pranjc, che non recupera dal problema alla caviglia, e all’ariete Mandzukic che sconta la giornata di squalifica per il rosso rimediato nei playoff di qualificazione. Sono il genoano Vrsaljko e la punta Jelavic i due giocatori che ne rilevano il posto in campo.

La prima occasione è proprio per i biancorossi con uno scatenato Olic che sorprende alle spalle Luiz e di testa sfiora il palo. Lo stesso attaccante del Wolfsburg al decimo riceve da un ottimo Rakitic e serve in area Jelavic con una rasoiata; il pallone sfortunatamente colpisce Marcelo che incappa nell’infortunio dell’autorete. 1 a 0 clamoroso a favore della Croazia.

Il Brasile non ci sta e comincia a fare sul serio aggrappandosi a quel fenomeno di nome Neymar. Proprio da una sua iniziativa sull’out di destra nasce l’occasionissima per Oscar che dal limite sfodera un destro a giro favoloso ma Pletikosa veste i panni di Superman e vola sventando il pareggio.

E’ solo questione di minuti finchè il Brasile non riesce a concretizzare la sua classe in rete e puntualmente al 29esimo è la sua stella più luminosa, Neymar, ad agguantare il pari. Sinistro angolatissimo da fuori aria che colpisce prima il palo per poi depositarsi in rete.

Squadre negli spogliatoi sull’1 a 1.

Una piccola curiosità: l’arbitro giapponese Nishimura sfrutta per la prima volta al 40’ la bomboletta spray in dotazione agli arbitri in questa competizione per demarcare la linea della barriera.

Nella ripresa la Croazia sembra aver finito la benzina troppo presto. La strategia è sempre la stessa: affidarsi alle cavalcate di Olic e ai suoi traversoni ma Jelavic non ne prende una, anticipato ripetutamente dal duo Luiz-Silva.

Al 61esimo un deludente Kovacic viene sostituito da Brozovic. Un interista esce, un interista entra. E’ Hernanes che rileva Paulinho. Scolari aggiunge qualità alla selecao per fare risultato.

Il match cambia radicalmente al minuto 69 con un rigore a favore del Brasile, e i malpensanti si scatenano. Fred cade come una mela dall’albero in area di rigore e il giudice di gara abbocca all’amo. Dal dischetto, danzando coi soliti passettini prima di calciare, Neymar firma il sorpasso. Pletikosa la tocca ma non trattiene.

La Croazia sembrava aver dato fondo a tutte le energie eppure pressa più che mai dopo la rete del 2 a 1. Le “Fiamme” segnerebbero pure ma l’arbitro giustamente annulla il gol per carica sul portiere Julio Cesar che nelle battute finali di gioco si renderà protagonista con un paio di parate, seppur non proibitive.

Pentacampeones in difficoltà agli sgoccioli della gara ma proprio come in occasione del gol del pari, chiudono l’incontro con una ripartenza approfittando dell’imprecisione sotto porta dei croati. Il 3 a 1 lo realizza il migliore in campo assieme a Neymar, ovvero Oscar: gioco di gambe, finta di corpo e punta di destro imparabile del fantasista del Chelsea che trafigge Pletikosa per la terza e ultima volta.

Non è stato un Brasile eccezionale, complice anche una Croazia aggressiva che avrà modo di dire la sua nel corso del Mondiale, specie quando riavrà a disposizione il suo uomo più pericoloso, Mario Mandzukic.

Primi tre punti preziosissimi conquistati, dunque, per gli uomini di Scolari.

Vince la tecnica. E anche la fortuna.

Domani si chiuderà la prima giornata del girone A con Messico-Camerun all’Estadio Das Dunas di Natal.


MIGLIORE IN CAMPO : NEYMAR (7.5)

E’ lui che accende con le sue giocate un incontro compassato e difficile. Segna una doppietta fondamentale con la quale il Brasile giocherà più tranquillo i match rimanenti, sulla carta decisamente più semplici rispetto l’ostica e arcigna Croazia.

Il funambolo del Barcellona ha il merito di nascondere tutte le mancanze di un Brasile non proprio entusiasmante e spesso impreciso, in particolar modo sulle palle alte. Scala a centrocampo, si abbassa, si crea le opportunità da vero tuttocampista. E’ lui il simbolo indiscusso di questa nazionale.


Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto