Clemente Russo (intervista), "Fu mio padre a portarmi per la prima volta sul ring"

di Pierpaolo De Natale - Pugile, attore, personaggio televisivo e poliziotto italiano, soprannominato "the white hope", Clemente Russo in esclusiva per il Giornale di Puglia. Ecco cosa risponde.


Come si legge nella tua biografia, da anni rappresenti l'Italia nel mondo in ambito agonistico. Cosa ti ha avvicinato al ring?
E’ stato mio padre a portarmi in palestra, all’Excelsior Boxe di Marcianise quando ero un ragazzino per due motivi: perché era gratuita e per dimagrire. Avevo iniziato con la bicicletta ma non scendevo di peso e devo dire con il pugilato ho ottenuto subito i risultati sperati.

​Ti abbiamo visto in onda su Italia1 nel programma "Fratello maggiore", cosa ti ha spinto a partecipare a questo nuovo format tv?
La tv mi ha sempre affascinato e quando Italia1 mi ha proposto di partecipare a questo format ho accettato volentieri perché era educativo e rivolto ai giovani. Purtroppo si è trattato solo di una puntata pilota.

Può lo sport - in particolare la tua disciplina - educare alla non violenza?
Certo che può. Il mio sport, universalmente definito come la nobile arte, insegna a incanalare la forza e in primis, il rispetto per le regole e per il proprio avversario.
​Quali rischi corre chi utilizza il pugilato per fini tutt'altro che sportivi?
Rischia di incorrere in procedimenti penali. Noi pugili non pratichiamo mai boxe in strada ma solo sul ring, con le dovute protezioni e regole.

​​Quali valori insegni ai ragazzi che, nella tua palestra, si approcciano a questa attività?
Il rispetto per l’altro che passa prima per il rispetto verso se stessi. La cosa più bella nel mio sport è che, a fine combattimento, anche in caso di vittoria, amo alzare la braccia al mio avversario. Nessuno di noi esce sconfitto dal ring come uomo.
​Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, ci sarà anche Rio 2016?​
Certo, sto lavorando duramente con il mio staff e dopo l’oro agli ultimi Mondiali di Almaty 2013, ora sogno di andarmi a prendere la medaglia più preziosa ai Giochi Olimpici di Rio.

Com'è cambiata la tua vita da quando sei diventato papà?
Radicalmente. Da quando mia moglie Laura ha messo al mondo le nostre tre bambine, mi sento completo e soddisfatto pienamente della mia vita. Diventare padre è stata in assoluto la mia più bella vittoria.