L’augurio di Josè Altafini per il Bari del 1984 viatico per la (probabile) serie A del 2014

di Vittorio Polito - Domenica 8 settembre 1984 si giocava la partita Bari-Cavese per la coppa Italia e la nostra squadra presentava la seguente formazione: Imparato (1), Cavasin (2), De Trizio (3), Cuccovillo (4), Loseto II (5), Piraccini (6), Cupini (7), Sola (8), Bivi (9) Lopez (10), Bergossi (11) .

Mi capita di leggere sul periodico “Il Galletto” (n. 15, anno XII), il mitico giornale diretto da Aurelio Papandrea e distribuito gratuitamente nello stadio in occasione delle partite in casa, una intervista dal titolo «Nell’amarcord di Altafini pure una beffa ai danni del Bari», che Josè Altafini rilasciava a Gianni Cavalli (alias l’editore Levante), dalla quale stralcio alcune domande e risposte con l’augurio che la vittoria sul Crotone sia il trampolino verso quella massima serie che la nostra città, agli occhi del mondo, ha dimostrato di meritare ampiamente, per correttezza e passione sportiva.

Altafini era in vacanza al Villaggio vacanze di Sellia Marina, località in provincia di Catanzaro, e l’amico Cavalli , in vacanza nello stesso villaggio, gli fece alcune domande sulla nostra squadra e sul calcio in generale.

D: Ricordi qualcosa di particolare avvenuto allo stadio della Vittoria?
R: Anni fa, ai tempi di Seghedoni, ottimo stopper ed eccellente allenatore, e del povero Magnanini. Il Milan vinse due a zero con una mia doppietta. Sul risultato di 1 a 0 il Bari stava attaccando furiosamente ed io ebbi una palla a centrocampo, non ero in fuori gioco, ma uno spettatore fischiò, traendo in inganno Seghedoni, io continuai ad avanzare e diedi a Magnanini, che mi chiedeva la palla per battere la punizione, un pallone più forte del previsto. Rete e Lo Bello, fra lo stupore generale, indica il centrocampo, non era stato lui a fischiare… confusione in campo e sugli spalti.

D: Milan, Napoli, Juventus quale di queste squadre ricordi con maggiore affetto?
R: Tutte e tre con grandissimo affetto, tre periodi della mia vita stupendi.

D: Un giocatore con cui ti sarebbe tanto piaciuto giocare.
R: Corso fra gli italiani, Platini e Zico fra gli stranieri.

D: I tre più forti attaccanti italiani in questo momento.
R: Rossi, Altobelli e Giordano.

D: Un giocatore che a tuo avviso non ha raggiunto il successo che meritava, pur essendo un campione.
R: D’Amico poteva essere un ‘Maradonino’.

D: Il difensore italiano che ti ha sempre fatto fare una magra figura, ti avverto che conosco il suo nome.
R: Guarnieri non mi faceva toccare palla, senza ricorrere al fallo.


D: I più grandi campioni con cui hai giocato.
R: Con Pelè che è stato il più grande di tutti, poi Cruiff con cui ho giocato nel Resto del Mondo, Schiaffino, Liedholm e degli italiani Gianni Rivera.

D: Lo stopper più forte in assoluto incontrato?
R: Rosato

D: Ai tuoi tempi andava molto di moda il guadagno in nero, almeno così si dice.
R: Di nero ho avuto solo le maglie del Milan e della Juventus, a strisce bianche però.

D: Hai guadagnato un «pozzo» di soldi con il calcio, ma forse oggi avresti guadagnato di più?
R: Ho guadagnato, non mi lamento, ma senza l’aiuto degli sponsor che oggi consentono di «arrotondare» benissimo.

D: Altafini hai mai pensato di scrivere un libro?
R: È difficile far soldi con i libri. Per fare andare un libro bisogna investire molto da parte dell’editore.

Altafini potremmo segnalarti la Levante – Bari, loro la pensano come te, anzi sono convinti che è impossibile far soldi con i libri, ma vogliono insistere fino alle estreme conseguenze.

D: Bivi lo conosci?
R: So che è molto bravo a fare goal, ma deve avere la squadra che gioca per lui. Dal momento che in caso di vittoria i premi partita vengono divisi fra tutti gli atleti, quando si ha la fortuna di avere in squadra un cannoniere bisogna aiutarlo in tutti i modi. Ritengo che se Lopez, bravo giocatore, farà un campionato eccellente il Bari potrà lottare con i primi. Gianni Cavalli conclude l’intervista in questo modo : “Grazie Altafini lo diremo al presidente Matarrese e ricordati il prossimo libro Levante naturalmente”.

Il vostro cronista non può esimersi dal notare come sia beffardo il destino, nei giorni in cui la città sembra aver dimenticato e messo da parte il periodo dei Matarrese, torna in auge un giocatore che è sempre nei cuori dei baresi, quel Totò Lopez che forse avrebbe meritato, per la passione e la dedizione con cui ha indossato la maglia della sua città, più considerazione dalla dirigenza degli anni scorsi… ma come ha affermato qualcuno : “Nessun cammino di fiori conduce alla gloria”. Ritengo che a tal proposito il vero tifoso barese dovrebbe rileggersi i libri che il buon Gianni Antonucci ha scritto in questi anni e magari i prossimi, i più interessanti, che pubblicherà perché ogni storia che si rispetta – quella dei MATARRESE e il BARI è una grande storia – ha bisogno di un nero su bianco. Con la speranza che l’augurio di Altafini, a 30 anni dalla formulazione e passando per gioie e dolori, possa trovare un giusto epilogo con la conquista della massima serie: FORZA BARI.