Legge regionale cannabis terapeutica: Blasi replica a Marti

BARI - Il Consigliere regionale del PD, Sergio Blasi replica all’on. Roberto Marti su Legge regionale cannabis terapeutica. “Sono rimasto molto sorpreso dal comunicato di Roberto Marti, dal momento che in Consiglio regionale in cui è stato per tre anni, non l’ho mai visto prendere la parola in aula, né sentito pronunciarsi su qualsivoglia atto del governo regionale o delle commissioni. Oggi, dopo aver trascorso un anno e mezzo da parlamentare si è accorto che esiste una Regione che si chiama Puglia e ha deciso di intervenire su quello che qui accade. Che dire? Alla buon’ora, Marti.

Allora, giusto per tranquillizzare l’onorevole, gli dico che quella approvata in Commissione è una legge il cui percorso è stato condiviso innanzitutto con le associazioni delle persone che soffrono di gravi malattie e che hanno bisogno di un accesso meno farraginoso e soprattutto meno costoso, per loro e per il sistema sanitario, alle terapie a base di farmaci cannabinoidi. Nel merito consiglio a Marti di leggere qualcosa della vasta letteratura scientifica in materia.

Se questa legge sarà approvata in aula definitivamente, la Puglia sarà la prima regione a poter sperimentare attraverso progetti pilota la coltivazione di cannabis da destinare alla produzione in loco di questi farmaci, che ad oggi sono già prescrivibili dai medici pugliesi e acquistabili, purtroppo a caro prezzo, dalle farmacie ospedaliere. Produrli in loco consentirà al sistema sanitario di risparmiare. Se oggi un grammo di cannabis ad uso farmaceutico importata dall’Olanda costa al sistema sanitario 20 euro, e al paziente dai 48 ai 50 euro, con la produzione in loco costerà 1,55 euro. Saremo la prima regione in Italia a sperimentare la produzione in loco: una avanguardia. Oggi sono migliaia i pazienti italiani, tra i quali molti pugliesi, che attendono di poter avere a prezzi accettabili i farmaci a base di cannabis. 

Inoltre informo l’onorevole Marti che la legge in questione è passata all’unanimità in Commissione Sanità. Quindi anche i suoi colleghi di partito, opportunamente, ne hanno riconosciuto la qualità e la pertinenza. Se con la sua uscita intende lanciare un segnale ai suoi colleghi di partito perché in aula votino in modo diverso, sarebbe opportuno che lo dicesse senza giri di parole. Perché ognuno, davanti alla gente, e in particolare davanti alla gente che soffre, deve sapersi assumere le sue responsabilità”./comunicato

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