L’urlo dei Liberi e Pensanti : “Sì ai diritti, no ai ricatti!”

di Mauro Guitto - La giornata di domani si preannuncia caldissima a Taranto e non certo per il caldo d’agosto. Il dolore e la rabbia dei tarantini hanno raggiunto livelli altissimi specialmente dopo la notizia della morte del piccolo Lorenzo Zaratta di 5 anni avvenuta ieri alle 20:04 a causa di un tumore al cervello diagnosticatogli a soli 3 mesi di vita annunciata dal suo papà Mauro per il quale proprio oggi pomeriggio alle ore 16:30 si celebreranno i funerali nella Parrocchia Regina Pacis di Lama (TA). Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti manifesterà in contrapposizione al corteo di lavoratori e imprenditori organizzato da Confindustria come accadde il 2 agosto 2012 per ribadire che Taranto e i tarantini non cederanno all’ennesimo ricatto occupazionale come invece sta facendo Confindustria. Il Comitato chiede di puntare sulle alternative che mare e terra offre il territorio ionico invece di pensare a puntare sul rilancio industriale per continuare a puntare al profitto di pochi a danno di molti. Chiede ancora perchè si debba pensare a coloro che “rischiano” il posto e non agli oltre 110 mila disoccupati. Ricordano ancora una volta che la politica industriale a Taranto ha portato solo disoccupazione, emergenza sanitaria e ambientale che l’hanno fatta sprofondare tra le ultime città d’Italia in quanto a vivibilità. Domattina alle ore 8.30 presso l’ingresso del Porto Mercantile vicino il capolinea autobus in Città Vecchia si riuniranno insieme a tutti i cittadini e i movimenti ambientalisti e non che vorranno partecipare ribadendo a gran voce che lo sviluppo non potrà e non dovrà prescindere dalla valorizzazione del porto a favore dell’economia del territorio ionico. La tensione sarà dunque altissima domattina. Sebbene gli intenti del Comitato siano assolutamente non violenti, come è stato nelle passate manifestazioni e come è stato sottolineato anche in questa occasione, le forze di Polizia dovranno seguire con molta attenzione i due cortei che inevitabilmente si “mescoleranno” nella speranza che non accada nulla.

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