Mastro don Gesualdo al castello Svevo: questa sera si replica
di Luigi Laguaragnella - Questa sera, all’interno dell’affascinante scenario del castello Svevo di Bari, andrà in scena per la seconda volta lo spettacolo teatrale “Mastro don Gesualdo”, una rivisitazione in forma di commedia umana dell’opera scritta da Giovanni Verga, il maggior esponente del Verismo.
Lo compagnia Espressioni Contemporanee che ha ideato la rappresentazione teatrale con l’adattamento e la regia di Alfredo Vasco, ha debuttato ieri sera, sempre nel castello federiciano, vincendo le avversità delle condizioni meteorologiche.
L’esibizione dei diciotto attori, in un mix di giovani e adulti, ha riportato in scena i valori della società di fine ottocento della famiglia e di tutti gli interessi (“negozi”) che gravitavano attorno ad esse, creando pericolosi intrecci tra amore e affari che inevitabilmente portano ad una concezione della vita tragica. Centrali per l’opera sono il tema della “roba” e della “dote”, elementi che servivano a contrattare matrimoni soprattutto nell’alta società siciliana rappresentata dai Trao e Rubiera che si andavano a scontrare con le relazioni d’amore spesso ritenute vergognose nella realtà paesana.
E’ un incendio a far scoprire la relazione tra due cugini e a creare, in seguito pettegolezzi e dicerie che vengono coperti dagli affari matrimoniali in cui si colloca don Gesualdo un grande lavoratore che grazie alla sua “fatica”, riesce a superare ogni difficoltà e a risalire la scala sociale in cui anche lui si ritroverà a sposare per “interessi” non propriamente amorosi, Bianca Trao. Sarà l’apice della rovina in cui emerge “il ciclo dei vinti” di Verga: avrà una figlia che dovrà allontanare in un convento dopo la malattia di Bianca e che nuovamente dovrà lasciare il paese per evitare che si innamori del cugino Corrado.
Anche in mastro don Gesualdo poi incombe la malattia, dovuta soprattutto ai dolori e agli affanni di una vita vissuta a tamponare dolori. Questa e altre vicissitudini vengono inscenate riproponendo la società meridionale e circoscritta del tempo resa maggiormente realistica dei dialoghi dall’accento siciliano degli attori.
Mastro don Gesualdo è un’opera che, nonostante la diversità di secoli e di concezioni di vita, esprime l’attuale ossessione degli affari (la roba) che troppo spesso prendono il sopravvento sui sentimenti. Affari a cui tanti aspirano, ognuno andando anche oltre le proprie possibilità e creando così tenori di vita finti che senza determinate basi, rischiano di far crollare vite e desideri. Ma don Gesualdo è anche il personaggio che con il sacrificio ha tentato e accarezzato una vita degna che ha provato ad affrontare il fato.
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