Ritrovarsi a Orsara, il ritorno di Michele Mescia

ORSARA DI PUGLIA (Fg) - San Mauro Torinese, Torino, Chivasso e poi, finalmente, Orsara di Puglia: lo scorso 2 agosto, Michele Mescia è tornato nel suo paese, quello da dove tutto è cominciato. Lo ha fatto presentando "Michele Mescia – 'U Cusetore", il libro intervista nel quale, grazie ad 'ago e filo' letterari del giornalista Emanuele Franzoso, il sarto dei presidenti è riuscito a ritessere la stoffa di una vita fatta di lavoro, passione e amore per un mestiere che col suo talento ha trasformato in arte. Più che una presentazione, l'incontro del 2 agosto è stato un ritrovarsi. Michele ha ritrovato il suo paese. Gli orsaresi hanno riabbracciato un loro compaesano, facendogli sentire affetto, ammirazione, chiedendo di conoscere quali gioie e quante difficoltà il loro sarto ha incontrato prima di tornare, prima di compiere a ritroso la lunga strada verso casa. Il perimetro di pietra del Cortile di Palazzo Baronale ha accolto tutti come in un grande abbraccio. C'erano l'atmosfera e il tepore ideali per raccontare e raccontarsi. Il filo dell'incontro lo ha intessuto Nicola Tramonte, un amico di Michele, l'architetto che ha fatto della Cantina di Piano Paradiso una delle Cattedrali del Vino celebrate dalla Biennale di Venezia. C'era anche Peppe Zullo, il cuoco conosciuto in tutto il mondo per la sua filosofia del 'cibo è felicità', che di quella cantina è il dominus. Accanto a loro, a fare gli onori di casa, il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce, e Mario Simonelli, primo cittadino orsarese nell'anno in cui Michele Mescia vinse il premio più prestigioso della sua lunga carriera. "Mio padre non voleva che facessi questo mestiere – ha detto Michele Mescia -. Quando cominciai, molti anni fa, la sartoria sembrava dovesse scomparire e lasciare totalmente il campo agli abiti realizzati in serie". Ecco perché non esistono manuali o decaloghi per realizzarsi e raggiungere livelli di eccellenza. Sono tanti gli aneddoti, le tappe, le sofferenze e le gioie che hanno segnato la vicenda umana e professionale di Michele Mescia. Lui, a Orsara, li ha ricordati davanti a una platea che lo ha ascoltato, gli si è stretta attorno, lo ha abbracciato come si fa con un vecchio amico tornato dopo un lungo viaggio. Michele Mescia è un orsarese, un cittadino del mondo 'adottato' da Torino. 'U Cusetore ama la città della Mole, la sente sua, e il suo è un amore corrisposto. Orsara-Torino è il binario dei sentimenti e dell'appartenenza per Michele Mescia. Nato a Orsara il 14 settembre del 1945, all'età di 10 anni il futuro "sarto dei presidenti" si trasferì con tutta la famiglia all'ombra della Mole. Ne aveva 18 quando vinse la borsa di studio come 'miglior lavorante d'Italia'. Una progressione inarrestabile che nel 2004 gli valse le "Forbici d'Oro", riconoscimento dell'Accademia Nazionale dei Sartori. Michele Mescia oggi ha 69 anni e continua a dirigere con successo la sua bottega di alta sartoria in via Bertola a Torino. Ha tagliato e cucito abiti per il presidente della Fiat John Elkann, per i presidenti della Rai, della Ferrari, della Piaggio. "Ero e resto un artigiano, anzi, nu cusutore, come si dice al mio paese".

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