"Energia in Puglia? Togliere, non aggiungere"

"Per quelle che sono le attuali competenze delle Regioni (in via di ulteriore restringimento per scelta del Governo nazionale) se si dovesse arrivare ad una atto deliberativo o pianificatorio della Regione sulle materie energetiche, la posizione di Sel è che si è nelle condizioni di togliere e non di aggiungere ulteriori impianti sia di produzione che di trasferimento.
Togliere o al più cambiare la composizione dell’attuale paniere riducendo la produzione da fonte fossile ed aumentando quella delle rinnovabili, ma certamente non aggiungere altro.
Questo a prescindere dalla compatibilità ambientale o economica fra le opere e gli impianti e il territorio e la sua economia e proprio perché la Puglia si è sempre fatta carico delle esigenze della Nazione, mai arroccandosi su un leghismo del Sud.
In questi otto anni che ci separano dalla elaborazione del PEAR la Regione ha vinto alcune “battaglie” come quelle sui rigassificatori di Brindisi e Taranto ed è stata soccombente su altre come la grande centrale Sorgenia di Modugno.
Ha anche provato a cambiare la composizione della produzione puntando sulle rinnovabili piuttosto che sul carbone con alterni risultati e qualche errore; ha insomma manifestato delle scelte mai isolandosi dal Paese.
Dopo tutto questo tempo c’è l’esigenza di una rimodulazione che - sempre nelle limitate competenze che lo Stato ci affida - prosegua su questo percorso e lo migliori.
A partire appunto dalla semplice constatazione che abbiamo “dato” e a volte abbiamo subito. Nessuno ci potrà criticare, perciò, se ci fermiamo e chiediamo di non aggiungere più nulla, ma semmai di togliere".
A riferirlo in una nota il Gruppo Consiliare Sel.

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