Milan, partenza show a San Siro: 3-1 alla Lazio, il Diavolo d'Inzaghi vola sulle ali di El Sharaawy
di Luca Losito - Parte col turbo il Milan d'Inzaghi, che piega 3-1 la Lazio all'esordio. Un Diavolo organizzato e compatto come non lo si vedeva da tempo, abilissimo a pungere in ripartenza, esaltato dall'estro fulmineo di Stephan El Shaarawy. Un po' carente in fase di palleggio, vero, ma vista l'assenza di Capitan Montolivo e, soprattutto, l'8° posto firmato Seedorf, non si poteva chiedere di più. Non oggi. Rigenerato anche Abate: accantonato da Clarence, e protagonista con due assist. Bene Honda, Alex, Muntari e Menéz. E in tribuna c'era un certo Fernando Torres, contropiedista di razza: acquisto non proprio casuale. Viste le premesse, una cosa è certa: ci sarà da divertirsi. E tanti saluti a Mario Balotelli.
Il successo, come dicevamo, giunge nel segno del Faraone: già al 6', Stephan, brucia la difesa romana e si presenta davanti a Berisha, ma il guardalinee segnala un fuorigioco inesistente. Solo un minuto dopo, ancora il 92 rossonero brucia il neo laziale de Vrij con uno scatto impressionante e serve d'esterno ad Honda un cioccolatino solo da depositare in rete. 1-0, Inzaghi esplode: ripartenza tremenda, il gol ha il suo marchio di fabbrica. La Lazio, allora, prova a rispondere, ma deve fare i conti con un Zapata in palla e un Alex leader della retroguardia milanista e incontrastabile sulle palle alte. Al 45' è 1-0.
La ripresa vede i capitolini più spigliati, ma è ancora una volta la ripartenza rossonera a risultare letale: sprint spettacolare di Abate sulla destra, tornato quello dei tempi migliori, che scodella al centro un pallone perfetto per l'inserimento puntuale di Muntari: 2-0 Milan, questa volta SuperPippo entra in campo. Il pubblico lo acclama, ha già conquistato San Siro, e i ragazzi si scatenano in campo: Menez scappa sulla destra, converge e crolla a terra in area, sbilanciato da de Vrij. Il rigore è generoso, il destro incrociato del francese perfetto. Sembra chiusa, ma il calo di concentrazione rossonero regala il 3-1 alla Lazio e un finale di sofferenza evitabile: ci pensa Diego Lopez, due volte decisivo su Candreva, prima su corner e poi su rigore, a scacciare i fantasmi da San Siro. Finalmente un portiere rassicurante, e il triplice fischio a suggellare la prima meritata vittoria.
Un Milan gagliardo stende così una Lazio mai doma, zittendo sul campo il largo fronte dei detrattori, quella viscida schiera pronta a strisciare in prima fila qualora a Maggio ci fosse un carro festante sul quale issarsi. Alla faccia di quest'alone amaro, Inzaghi firma una vittoria tutta sua, che ha mostrato un Diavolo piacevolmente irriconoscibile rispetto a quello sfilacciato e svogliato scarabocchiato dall'”incolpevole” Seedorf. Proprio ciò che s'aspettava Galliani, anch'egli incredibilmente bersagliato, al quale va il merito d'esser riuscito a inventarsi un altro mercato low cost. E non abbiamo ancora visto Torres.
Il successo, come dicevamo, giunge nel segno del Faraone: già al 6', Stephan, brucia la difesa romana e si presenta davanti a Berisha, ma il guardalinee segnala un fuorigioco inesistente. Solo un minuto dopo, ancora il 92 rossonero brucia il neo laziale de Vrij con uno scatto impressionante e serve d'esterno ad Honda un cioccolatino solo da depositare in rete. 1-0, Inzaghi esplode: ripartenza tremenda, il gol ha il suo marchio di fabbrica. La Lazio, allora, prova a rispondere, ma deve fare i conti con un Zapata in palla e un Alex leader della retroguardia milanista e incontrastabile sulle palle alte. Al 45' è 1-0.
La ripresa vede i capitolini più spigliati, ma è ancora una volta la ripartenza rossonera a risultare letale: sprint spettacolare di Abate sulla destra, tornato quello dei tempi migliori, che scodella al centro un pallone perfetto per l'inserimento puntuale di Muntari: 2-0 Milan, questa volta SuperPippo entra in campo. Il pubblico lo acclama, ha già conquistato San Siro, e i ragazzi si scatenano in campo: Menez scappa sulla destra, converge e crolla a terra in area, sbilanciato da de Vrij. Il rigore è generoso, il destro incrociato del francese perfetto. Sembra chiusa, ma il calo di concentrazione rossonero regala il 3-1 alla Lazio e un finale di sofferenza evitabile: ci pensa Diego Lopez, due volte decisivo su Candreva, prima su corner e poi su rigore, a scacciare i fantasmi da San Siro. Finalmente un portiere rassicurante, e il triplice fischio a suggellare la prima meritata vittoria.
Un Milan gagliardo stende così una Lazio mai doma, zittendo sul campo il largo fronte dei detrattori, quella viscida schiera pronta a strisciare in prima fila qualora a Maggio ci fosse un carro festante sul quale issarsi. Alla faccia di quest'alone amaro, Inzaghi firma una vittoria tutta sua, che ha mostrato un Diavolo piacevolmente irriconoscibile rispetto a quello sfilacciato e svogliato scarabocchiato dall'”incolpevole” Seedorf. Proprio ciò che s'aspettava Galliani, anch'egli incredibilmente bersagliato, al quale va il merito d'esser riuscito a inventarsi un altro mercato low cost. E non abbiamo ancora visto Torres.
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