Capitan Fede Poggipollini (intervista): «A Mel Previte avrei 'rubato' l’assolo di 'Viva'»
di Nicola Ricchitelli - L’inchino al Capitano questa volta lo facciamo noi del Giornale di Puglia: «Sono venti anni che suono con Luciano e quindi per molti sono “Capitan Fede”, il chitarrista di Ligabue…Tutto sommato credo che sia un bel traguardo per la mia personalità artistica essermi affermato come chitarrista in Italia ed avere ottenuto dei riconoscimenti in quanto tale». Da qualche mese – proprio a Bari la tappa conclusiva - si è conclusa l’ennesima trionfale tournée del “Mondovisione tour”: «Come tutte le tournée negli stadi mi ha lasciato un ricordo indelebile…». Ed ora per il musicista di Bologna ripartirà il percorso solista che lo vede impegnato nella pubblicazione del quinto album. (Foto: Francesco Prandoni).
D: Federico, cosa ti ha lasciato l’ultima tournée vissuta con Luciano?
R: «Come tutte le tournée negli stadi mi ha lasciato un ricordo indelebile. Non è facile da descrivere, ma suonare su un palco - nel mezzo di uno stadio - è come volare».
D: Hai mai pensato che un giorno le vostre strade si potrebbero dividere?
R:«Il mio è un lavoro che non permette di pianificare tanto il futuro. E’ un lavoro che vive di presente e di tanta incoscienza».
D: Finita la tournée ora da dove riparti?
R:«Sempre dalla passione per il mio lavoro».
D: Vi è un assolo di chitarra che avresti voluto comporre tu?
R: Forse quello di “Viva” (canzone di “Buon compleanno Elvis”), il cui assolo è stato composto dal grande Mel Previte.
D: Hai mai la sensazione di essere per qualcuno o per molti “soltanto” Federico Poggipollini, chitarrista di Luciano Ligabue?
R:«Sono venti anni che suono con Luciano e quindi per molti sono “Capitan Fede”, il chitarrista di Ligabue. Dal 1998 ho anche un mio percorso “solista” e ho pubblicato quattro album, con il quinto ormai pronto per la pubblicazione. In questi ultimi anni ho lavorato spesso con altri musicisti e ho collaborato a molti progetti musicali e questo mi ha dato la possibilità di essere apprezzato musicalmente anche in altri ambiti. Tutto sommato credo che sia un bel traguardo per la mia personalità artistica essermi affermato come chitarrista in Italia ed avere ottenuto dei riconoscimenti in quanto tale».
D: E’ anche vero che la svolta di Liga nel 1994 avvenne proprio con il tuo ingresso nella nuova formazione. Quanto ha pesato il tuo contributo allora e quanto incide oggi?
R: «Credo molto nelle sinergie che si formano tra i musicisti. In quel periodo, in particolare, c’era qualcosa di magico nell’aria. Era evidente che stava per nascere qualcosa di speciale».
D: Nella tua pagina Facebook i complimenti per te si sprecano, ma tu a Federico Poggipollini che critica faresti?
R: «Sono un musicista autodidatta. Ho iniziato a suonare da giovanissimo con alcune band della mia città. Per noi era importante comunicare, lo stile con cui fare musica. Ho sviluppato l’essenzialità dello strumento, cercando sempre parti chitarristiche funzionali alla canzone e questo non si impara in nessuna scuola. Negli ultimi anni poi mi sono avvicinato ad altri stili musicali. Se avessi studiato al conservatorio probabilmente il mio lavoro sarebbe stato più facile. Anche se ringrazio il mio percorso “randagio” per avermi donato la creatività che mi ha fruttato tante collaborazioni artistiche».
D: Federico, cosa ti ha lasciato l’ultima tournée vissuta con Luciano?
R: «Come tutte le tournée negli stadi mi ha lasciato un ricordo indelebile. Non è facile da descrivere, ma suonare su un palco - nel mezzo di uno stadio - è come volare».
D: Hai mai pensato che un giorno le vostre strade si potrebbero dividere?
R:«Il mio è un lavoro che non permette di pianificare tanto il futuro. E’ un lavoro che vive di presente e di tanta incoscienza».
D: Finita la tournée ora da dove riparti?
R:«Sempre dalla passione per il mio lavoro».
D: Vi è un assolo di chitarra che avresti voluto comporre tu?
R: Forse quello di “Viva” (canzone di “Buon compleanno Elvis”), il cui assolo è stato composto dal grande Mel Previte.
D: Hai mai la sensazione di essere per qualcuno o per molti “soltanto” Federico Poggipollini, chitarrista di Luciano Ligabue?
R:«Sono venti anni che suono con Luciano e quindi per molti sono “Capitan Fede”, il chitarrista di Ligabue. Dal 1998 ho anche un mio percorso “solista” e ho pubblicato quattro album, con il quinto ormai pronto per la pubblicazione. In questi ultimi anni ho lavorato spesso con altri musicisti e ho collaborato a molti progetti musicali e questo mi ha dato la possibilità di essere apprezzato musicalmente anche in altri ambiti. Tutto sommato credo che sia un bel traguardo per la mia personalità artistica essermi affermato come chitarrista in Italia ed avere ottenuto dei riconoscimenti in quanto tale».
D: E’ anche vero che la svolta di Liga nel 1994 avvenne proprio con il tuo ingresso nella nuova formazione. Quanto ha pesato il tuo contributo allora e quanto incide oggi?
R: «Credo molto nelle sinergie che si formano tra i musicisti. In quel periodo, in particolare, c’era qualcosa di magico nell’aria. Era evidente che stava per nascere qualcosa di speciale».
D: Nella tua pagina Facebook i complimenti per te si sprecano, ma tu a Federico Poggipollini che critica faresti?
R: «Sono un musicista autodidatta. Ho iniziato a suonare da giovanissimo con alcune band della mia città. Per noi era importante comunicare, lo stile con cui fare musica. Ho sviluppato l’essenzialità dello strumento, cercando sempre parti chitarristiche funzionali alla canzone e questo non si impara in nessuna scuola. Negli ultimi anni poi mi sono avvicinato ad altri stili musicali. Se avessi studiato al conservatorio probabilmente il mio lavoro sarebbe stato più facile. Anche se ringrazio il mio percorso “randagio” per avermi donato la creatività che mi ha fruttato tante collaborazioni artistiche».
D: Domanda un po’ marzulliana: tu sei oggi quello che sognavi di essere?
R:«Non so se oggi sono quello che sognavo di essere. Ancora oggi non smetto di sognare e aspirare a qualcosa che non ho ancora ottenuto. Forse a questo devo ciò che sono e la realizzazione di molti dei miei sogni».
D: Qualche tempo fa hai preso parte ad una reunion dei Litfiba: c’è qualcuno che ti ha detto “ritorna con loro”?
R:«E’ stata una bella esperienza e mi sono divertito moltissimo. Se ci sarà un’altra occasione parteciperò sicuramente. Fra il mio pubblico ho molte persone che mi seguono dai tempi dei Litfiba e che spesso mi ricordano quel periodo».
D: Quando riascolteremo un tuo nuovo lavoro?
R:«Molto presto. Ho terminato il nuovo album - registrato tra Bologna e San Francisco – ed è veramente molto rock. Quando avrò qualche mese libero lo pubblicherò e ovviamente lo saprete tutti per tempo. In questo nuovo progetto sono riuscito ad inserire tutta la musica che amo di più e la vorrei donare al mio pubblico. Sarà anche l’occasione per ringraziare chi mi ha sostenuto in tutti questi anni con la stessa passione e dedizione che ho riversato nel mio ultimo disco».
R:«Non so se oggi sono quello che sognavo di essere. Ancora oggi non smetto di sognare e aspirare a qualcosa che non ho ancora ottenuto. Forse a questo devo ciò che sono e la realizzazione di molti dei miei sogni».
D: Qualche tempo fa hai preso parte ad una reunion dei Litfiba: c’è qualcuno che ti ha detto “ritorna con loro”?
R:«E’ stata una bella esperienza e mi sono divertito moltissimo. Se ci sarà un’altra occasione parteciperò sicuramente. Fra il mio pubblico ho molte persone che mi seguono dai tempi dei Litfiba e che spesso mi ricordano quel periodo».
D: Quando riascolteremo un tuo nuovo lavoro?
R:«Molto presto. Ho terminato il nuovo album - registrato tra Bologna e San Francisco – ed è veramente molto rock. Quando avrò qualche mese libero lo pubblicherò e ovviamente lo saprete tutti per tempo. In questo nuovo progetto sono riuscito ad inserire tutta la musica che amo di più e la vorrei donare al mio pubblico. Sarà anche l’occasione per ringraziare chi mi ha sostenuto in tutti questi anni con la stessa passione e dedizione che ho riversato nel mio ultimo disco».