Immuno-oncologia: 'E' la quarta arma contro i tumori'

ROMA – Potenzia le difese immunitarie dell’organismo del paziente per poter meglio combattere il tumore. Si chiama immuno-oncologia ed è la quarta arma nel trattamento del cancro, che si aggiunge alla chirurgia, alla radioterapia e alla chemioterapia. Ipilimumab ha aperto la strada a questa arma terapeutica innovativa e ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma metastatico, un tumore della pelle particolarmente aggressivo: nel 20% dei pazienti rende la malattia cronica. Un risultato mai raggiunto finora. Ed ora può essere utilizzata anche in neoplasie frequenti come quelle del polmone e del rene, che, in fase avanzata, fanno registrare percentuali di sopravvivenza molto basse, inferiori al 20%. Le prospettive offerte dall’immuno-oncologia sono state approfondite nella giornata inaugurale del XVI Congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), in corso a Roma fino al 26 ottobre. “Siamo di fronte a un approccio innovativo, in grado di aumentare la sopravvivenza a lungo termine – spiega il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Funziona stimolando le cellule del sistema immunitario a combattere il cancro e persegue una strategia opposta a quella delle terapie ‘classiche’: non colpisce direttamente le cellule tumorali, ma attiva i linfociti T del paziente, potenti globuli bianchi capaci di eliminare o neutralizzare le cellule infette o anormali, che diventano in grado di distruggere il tumore. Proprio per le importanti potenzialità terapeutiche che ne possono derivare, l’immuno-oncologia rappresenta uno dei temi centrali del nostro Congresso, una scelta già realizzata all’ASCO, il più importante congresso al mondo del settore”. Il nostro Paese ha offerto un contributo significativo a numerosi studi registrativi internazionali. “Il melanoma – sottolinea il prof. Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli - ha rappresentato il modello ideale per verificare l’efficacia dell’immuno-oncologia. Sono 11.000 le nuove diagnosi stimate nel 2014 in Italia e 1.700 i casi di malattia metastatica. Da 30 anni non si vedevano progressi nelle cure e nessun trattamento poteva migliorare la sopravvivenza in fase avanzata, che in media era di 6 mesi. Ipilimumab ha dimostrato di raddoppiarla a uno e due anni. E un quinto dei pazienti è vivo a un decennio dalla diagnosi: questo significa che, in alcuni casi, è possibile parlare di lungosopravviventi. I risultati emergono da studi clinici che hanno coinvolto più di 5.000 persone, alcune proprio all’Istituto ‘Pascale’. Basti pensare che, a partire dalla fase di sperimentazione, a Napoli sono stati trattati con il farmaco più di 400 pazienti”. Nel settembre scorso ipilimumab, sviluppato da Bristol-Myers Squibb, è stato approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per il trattamento in prima linea dei pazienti colpiti da melanoma metastatico. “È necessario – continua il prof. Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma - che i farmaci realmente innovativi siano subito disponibili per i pazienti riconoscendone l’innovazione. Non possiamo affermare che tutte le nuove terapie debbano essere inserite immediatamente nel prontuario terapeutico nazionale e in quelli regionali ed essere subito disponibili. Il farmaco deve essere valutato per il rapporto costo-efficacia, dando a quelli dotati di un reale impatto sulla storia naturale della malattia il beneficio di essere resi disponibili con rapidità”.