Napolitano, 'Liberiamoci dalla paralisi'

ROMA - "Non possiamo restare prigionieri di paralisi o impedimenti: bisogna procedere con passo celere verso i cambiamenti essenziali". Così Giorgio Napolitano che, parlando ai Cavalieri del Lavoro al Quirinale, ricorda ancora che sara' "garante dell'unita' e tutore delle regole che siano veramente tali, e non paraventi a difesa dell'esistente", che continuera' "a svolgere questi compiti nei limiti delle mie forze" e torna a scuotere Paese e istituzioni per uno scatto in avanti.

"Si sta diffondendo - sottolinea il Presidente della Repubblica - un clima di insofferenza per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere" che convive con "la determinazione forte, come da lungo tempo non si vedeva, a non fermarsi per strada nel perseguire riforme e cambiamenti in varia misura avviati". E allora, "nessun profondo e organico cambiamento potra' compiersi se prevalesse la tendenza di singoli settori della societa' a considerare i problemi che il nostro Paese si trascina pesantemente dietro ormai da decenni come addebitabili solo a una parte e che solo ad una parte tocchi fare ogni sforzo per superarli".

"Il tema di una comune assunzione di responsabilita' dinanzi alle sofferenze, ai rischi e alle sfide che il Paese sta vivendo - prosegue il presidente - e' stato uno dei motivi ispiratori dell'indirizzo che da Presidente, nell'ambito delle mie funzioni costituzionali, ho seguito fin dall'inizio, ormai otto, quasi otto anni e mezzo orsono".

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