Giovinazzo ed il mistero del Dolmen di S. Silvestro

Il dolmen di Giovinazzo, Ph: Spintheritz
di Mario Contino, fondatore AIRM - Abbiamo già citato questo grazioso paesino sito a soli 20 Km da Bari in merito alla leggenda che vorrebbe L'istituto Vittorio Emanuele II, ex convento domenicano sito nel centro della cittadina, quale luogo infestato dal presunto “fantasma” di un bambino.

Oggi intendo farvi fare un tuffo nel passato, in un passato che sembrerebbe remoto, quasi cancellato da quella invisibile gomma del tempo che tende ad eliminare ogni traccia dell'umano operato.

Un passato lontano dunque? Si, sicuramente lontano per l'uomo, ma un battito di ciglia in relazione alla vita di questo nostro pianeta, perché il tempo in realtà esiste solo per nostra concezione.

Poco fuori il centro urbano di Giovinazzo è sita l’area archeologica di S. Silvestro, raggiungibile percorrendo la provinciale “Giovinazzo-Terlizzi”.

Il complesso rappresenta uno dei siti megalitici più importanti d'Italia se non d'Europa e fu scoperto nel 1961, casualmente, durante dei lavori in quell'area.

Probabilmente il sito funerario, tra i più completi e ben conservati, risale all'Età del Bronzo ed un tempo sorgeva su una piccola altura.

La realizzazione di questo Dolmen fu eseguita con il sistema del Trilitismo, due grandi lastroni di pietra verticali, fissi nel terreno, coperti da un terzo lastrone del medesimo materiale ed è composto al suo interno da una camera circolare “Tholos”, da un corridoio “Dromos” e dalla cella di deposizione dei resti umani.

Dagli studi effettuati sarebbero non solo emersi numerosi resti di sepolture con alcuni oggetti appartenenti al corredo funebre ma si è scoperto che l'intero sito sorgeva su un luogo di sepoltura antecedente, ancora più antico.

Potrei continuare a citare studi e documenti relativi a questo splendido sito, che meriterebbe ben altra visibilità ed onore, invece vi lascio con una riflessione.

I dolmen erano costruiti solo a scopo funerario? Personalmente credo ci sia molto di più, nulla era lasciato al caso, il luogo dove questi monumenti dovevano sorgere era scelto con molta perizia.

Antichi monumenti erano realizzati in modo tale da fungere come antenne, per ricevere e trasmettere tramite particolari energie irradiate dal cielo verso la terra e viceversa, è ad esempio il caso dei Menhir, che venivano realizzati su zone colme di tali radiazioni, su punti conosciuti come nodi geomagnetici.

Il dolmen era invece realizzato su zone neutre della griglia di Hartmann.

Per chi non avesse mai sentito parlare di nodi geomagnetici o di griglia di Hartman, posso brevemente accennare che si tratta di una teoria che fa capo a studi di Hernest Hartman: egli sostiene che la Terra sia ricoperta da specie di griglia formata da particolari strisce, in direzione Nord-Sud ed Est-Ovest.

All'incrocio di queste strisce, nei cosiddetti "nodi di Hartmann", si verificherebbero una serie di effetti misurabili scientificamente, per lo più dannosi, ad esempio la scarsa crescita della vegetazione, l'eccessivo affaticamento muscolare, la maggiore incidenza di determinate patologie, ecc.

Per chi vuole approfondire lo studio consiglio una breve ricerca in rete: potrà trovare molto materiale sul tema che è direttamente collegato alla “rabdomanzia”.

Tornando dunque ai Dolmen, il loro posizionamento era sempre in funzione di una corrente energetica positiva, con direzione Nord-Ovest Sud-Est. Potremmo pensare al dolmen come ad un'antenna atta a recepire determinate energie ancestrali ritenute positive, a volte terapeutiche, le leggende in merito a ciò sono innumerevoli in tutto il mondo.

Teorie affascinanti e spesso sconosciute, così come sembrerebbe esserlo il più importante Dolmen Italiano, quello di San Silvestro, in Giovinazzo.

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