Dda Lecce, 'Esponenti clan da carcere videochiamavano parenti'

LECCE - Nuovi inquietanti particolari sul caso Eclissi. Alcuni esponenti dei clan leccesi detenuti nel carcere di Padova hanno avuto nella loro disponibilita' computer e chiavette 'usb' che utilizzavano per comunicare con i familiari e con gli affiliati. E' quanto emerso nel corso dell'inchiesta della Dda di Lecce, che stamattina ha portato in carcere 35 persone su disposizione del gip distrettuale Alcide Maritati. Secondo quanto ha appurato gli investigatori della Squadra Mobile, in particolare alcuni detenuti utilizzavano noti programmi per effettuare chiamate con i parenti e, tramite loro, con i membri dell'associazione all'esterno. Quelle videochiamate furono intercettate dagli investigatori, che riuscirono a ricostruire i contrasti tra membri dello stesso gruppo e il passaggio di affiliati da un clan all'altro. Il 17 luglio 2013 furono effettuate delle perquisizioni nel penitenziario di Padova e nelle abitazioni dei familiari dei detenuti che si sospettava usassero internet. In quella circostanza furono sequestrati computer, cellulari e tablet, grazie ai quali furono individuati ulteriori elementi di prova.