"Aveva il tritolo per pm Di Matteo", fermato boss a Palermo

PALERMO -- La mafia era pronto a colpire di nuovo. Il boss di Resuttana Vincenzo Graziano, fermato stamattina a Palermo, secondo il suo predecessore oggi pentito Vito Galatolo, avrebbe custodito il tritolo che Cosa nostra si era procurato per compiere un attentato contro il sostituto procuratore Di Matteo, uno dei Pm del processo per la trattativa Stato-mafia.

Le dichiarazioni di Galatolo sono state inserite nel provvedimento di fermo di Graziano disposto dalla Dda di Palermo, che comunque non contesta al fermato accuse specifiche ai piani contro Di Matteo, sui quali peraltro non ha competenza a indagare essecondo coinvolto un magistrato del distretto.

"Ho avuto modo di vedere l'esplosivo -sostiene Galatolo- nelle circostanze di cui ho gia' riferito in una delle occasioni in cui scesi a Palermo dietro autorizzazione... nel periodo che va dal 15 al 18 marzo (2013, ndr). Il Graziano mi fece vedere l'esplosivo il giorno di domenica 16 e lo stesso era custodito in un appartamento dell'Arenella, di mia proprieta'".

Questa ricostruzione e' stata messa a verbale da Galatolo il 21 novembre scorso. Il pentito parla di una riunione svoltasi i primi di dicembre del 2012 tra boss per discutere dell'attentato contro Di Matteo.

Secondo Galatolo, "l'intento di organizzare l'attentato al dottore Di Matteo non e' mai stato messo da parte; una volta -racconta- ne parlai con Vincenzo Graziano... ed avevamo pensato di posizionare un furgone nei pressi del Palazzo di Giustizia ma non ritenemmo di procedere perche' ci sarebbero state molte vittime. Pensammo anche, data la disponibilita' della famiglia mafiosa di Bagheria, di valutare se procedere in localita' Santa Flavia, luogo dove spesso il dottore Di Matteo trascorre le vacanze estive".