Emanuela Orlandi: il fratello accusa il Vaticano

ROMA - Ha manifestato davanti al palazzo di giustizia, assieme alla sorella Natalina, per "ricordare e rimarcare il caso di Emanuela", la quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 in circostanze misteriose. "Entro breve la procura di Roma - spiega Pietro Orlandi - dovrebbe prendere una decisione sulla posizione dei sei indagati ma alla mia famiglia non e' arrivato alcun segnale. In ogni caso, stiamo parlando di una inchiesta che va avanti ormai da quasi 32 anni. E' evidente che c'e' la volontà da parte di qualcuno di non arrivare alla verità: il Vaticano ha ostacolato le indagini senza rispondere alle varie rogatorie e impedendo l'acquisizione di alcune telefonate".

Pietro Orlandi confessa di aver pensato a una svolta con l'avvento di Papa Francesco: "Dieci giorni dopo la sua nomina, ci fu quel breve incontro in cui ci disse che mia sorella stava in cielo. Credevo fosse un segnale di apertura. Avrei voluto approfondire l'argomento per avere spiegazioni ulteriori ma il nome di Emanuela Orlandi e' un tabu'. E pensare che il Papa ha una parola di conforto per tutti, si rivolge sempre a tutti e che mia madre abita a 100 metri da lui. Insomma, non mi e' stato possibile fare questo passo". Adesso l'obiettivo di Orlandi e' quello di manifestare dinanzi al Quirinale: "Ci piacerebbe andare li', ora che c'e' un nuovo Capo dello Stato, per chiedere giustizia. Prima o poi lo faremo".